E’ Domenica (3-03-2024) – 3a domenica di Quaresima – anno b

COMMENTO AL VANGELO – III DOMENICA DI QUARESIMA

Nella terza domenica di Quaresima, l’evangelista Giovanni ci narra l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio. Gesù, infatti, recatosi a Gerusalemme in occasione della Pasqua, assiste al triste spettacolo della Casa di Dio trattata alla stregua di un mercato: da luogo di fede è diventata luogo di pura esteriorità. È quindi necessaria, da parte di Gesù, una reazione forte, che lasci un segno. Animato dallo zelo che scaturisce dalla Parola, Gesù alleggerisce il tempio di tutti quei “sovrappiù” che si erano accumulati nel tempo, facendo perdere di vista il vero punto di riferimento. L’invito, rivolto anche a noi, è dunque quello ad una maggiore essenzialità, in modo che non distogliamo l’attenzione da ciò che è veramente importante, senza appesantire la nostra fede con inutili zavorre.
Oltre al tempio materiale, dove si svolge quanto narrato nel Vangelo, c’è anche un altro tempio a cui si fa riferimento: quello di ognuno di noi. Ciascuno, infatti, è un “tempio” in cui far dimorare il Signore ed è anche in questa ottica che va letto l’intervento di Gesù: il tempio della nostra vita deve essere puro ed è questo il motivo per cui Dio ci ha consegnato i comandamenti. Gesù, tempio vero di Dio, fattosi uomo per capire appieno la nostra natura, era tanto acceso dall’amore per noi uomini che ha distrutto il suo corpo sulla croce per salvarci, risorgendo dalla morte dopo tre giorni. Tutte le azioni di Gesù, infatti, anche quelle che all’inizio possono lasciarci stupiti, hanno un comune denominatore: l’amore per l’uomo.

3a domenica di Quaresima anno b – clicca sopra per leggere la Parola di Dio della domenica

Gino Bartali: il campione con le medaglie sull’anima -1 parte-

Articolo di Stefano Liccioli dal sito ‘il Mantello della giustizia’

 Canta Paolo Conte: «Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali». E Bartali di strada ne ha fatta davvero tanta nella sua vita: non solo in senso letterale (sulle strade del Giro d’Italia o del Tour de France) o in senso metaforico (dal momento che ha vissuto 86 anni), ma perché “Ginettaccio” (uno dei soprannomi del nostro campione che ne mette in risalto il suo carattere forte, a tratti un po’ burbero) non è stato certo un uomo che si è limitato ad essere spettatore degli eventi a lui contemporanei. Quando c’era bisogno di lui, non si è mai tirato indietro, neanche quando la strada della vita diventava in salita. Si potrebbe, dunque, scrivere tanto di Bartali come uomo e come sportivo. Passato da poco il Giorno della Memoria, in questa sede voglio ricordare il suo aiuto per salvare le vite di molti ebrei ed in generale il contributo che ha dato alla pace o, per dirla con quel linguaggio evangelico a lui caro, il suo esser stato “costruttore di pace”. Già, perché Gino fu un cattolico fervente (da qui l’altro soprannome, “il pio”) che dedicava ogni sua vittoria a Dio ed alla Madonna, come annotò in un proprio resoconto il giornalista Franco Monza, spia fascista dell’OVRA: «Un tipo molto strano questo Bartali che ad ogni vittoria ringrazia sempre Dio e la Madonna invece di dedicare il successo al nostro Duce». Gino non fece eccezione neanche quando nel 1938 vinse il Tour de France, infastidendo non poco Mussolini che lo ricambiò ignorando il suo trionfo, mentre riservò tutti gli onori alla nazionale di calcio che in quell’anno aveva vinto la Coppa del Mondo e che si era dimostrata più ossequiosa nei confronti del regime facendo il saluto fascista al momento della premiazione. Il 1938 è anche l’anno in cui in Italia vennero promulgate le leggi razziali e quando, dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista dell’Italia la situazione degli ebrei diventò particolarmente pericolosa, Bartali si schierò dalla parte giusta. Egli collaborò, infatti, a quella rete di solidarietà voluta dall’Arcivescovo di Firenze, il Cardinal Elia Dalla Costa, per proteggere gli ebrei, una rete che vedeva in istituti religiosi e conventi dei punti nevralgici di aiuto. Fu così che Gino, proprio su richiesta di Dalla Costa, s’impegnò in delle missioni segrete. Nello specifico Bartali a partire dal 1943 compì, con il pretesto di doversi allenare, numerosi viaggi tra Firenze ed Assisi trasportando di nascosto nel telaio della bicicletta documenti e passaporti falsi destinati a fornire una nuova identità a circa 800 persone ebree: egli mise a rischio la propria vita per salvarle dalla deportazione nei campi di sterminio. In quello stesso periodo Gino dimostrò tutto il suo coraggio e la sua generosità anche nascondendo prima nel suo appartamento, poi in una cantina di sua proprietà, i Goldenberg, una famiglia di ebrei fiumani composta dal padre, la madre, una figlia ed un figlio, il piccolo Giorgio. Nel frattempo Bartali cominciò ad essere sospettato di partecipare attivamente alla rete di aiuti per gli ebrei, anche a causa di alcune lettere intercettate da cui si poteva evincere l’impegno del nostro campione che proprio alla fine di luglio del 1944 fu arrestato dalla banda del maggiore Mario Carità e condotto a Villa Triste, un «luogo sinistro e che incuteva timore» (sono parole di Gino), a Firenze, sulla via Bolognese. Dopo due giorni terribili di reclusione, più volte interrogato, egli venne rilasciato per intercessione di un milite repubblichino, ma rischiò seriamente la fucilazione.
È imponente la documentazione che dimostra tutta questa attività svolta da Bartali, a cominciare dalla testimonianza diretta di Giorgio Goldenberg che fu determinante perché nel luglio 2013 Gino venisse dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il museo per la memoria della Shoah che ha sede a Gerusalemme.
Ma già nel 2005 il Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi aveva consegnato alla moglie di Bartali, Adriana, la medaglia d’oro al valore civile (postuma) al defunto campione per avere aiutato e salvato tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Non è un caso se tutti questi riconoscimenti siano stati attribuiti a Gino solo dopo la sua morte. Infatti egli quando era in vita non raccontò a nessuno, se non per brevi accenni a qualche familiare, ciò che aveva fatto perché era convinto che “il bene si fa, ma non si dice”. (fine 1a parte)

AVVISI
Sabato 2 e domenica 3 – ritiro Cresimandi per tutti la domenica con i genitori alla Messa.
Per chi può anche il sabato.
– le Amiche delle Missioni saranno alle chiese di Pieve a Elici, Gualdo e Montigiano.
Buste per i lavori della Chiesa a Massarosa, Bozzano, Quiesa e Piano del Quercione.
Lunedì 4 – riunione dell’Associazione ricreativa
Martedì 5 – nel pomeriggio pulizie in chiesa a Quiesa.
Alle 21 in canonica a Massarosa incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Mercoledì 6 – alle 20 gruppo Fidanzati alla Casa Famiglia.
Alle 21 a Bozzano per animatori Passione secondo Giovanni.
alle 21 da Maria Agnese al Bertacca incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Giovedì 7 – alle 17 a Massarosa in cappellina Adorazione Eucaristica.
alle 21 nelle sale parrocchiali a Quiesa incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Alle 18 a Bz animatori Grest e alle  21 adorazione Eucaristica per tutti.
Venerdì 8 – alle 17 a Pieve a Elici Messa con il Centro ‘ti ascolto’.
Sabato 9 – alle 15 a Piano di Conca ‘oratori insieme’.
Alle 16,30 Bozzano Confessioni 2a media.
Domenica 10 – Le Amiche delle Missioni saranno a Quiesa, Massaciuccoli e Piano del Quercione.

Alle 11 a Bozzano Giornata di fraternità con l’UNITALSI

3 marzo 2024 – clicca sopra per leggere il foglietto della domenica in formato pdf

One Reply to “E’ Domenica (3-03-2024) – 3a domenica di Quaresima – anno b”

  1. Riccardo Pellegrineschi

    Signore sei davvero tu? Sei lo stesso che ci ha richiesto di porgere l’altra guancia ? E di perdonare settanta volte sette ?

    Le domande sorgono spontanee se guardiamo al furore con cui Gesù ha reagito alla vista dei figuri che all’interno del tempio pensano solo a gestire i loro traffici, senza rispetto alcuno per il luogo in cui si trovano.

    In effetti il Maestro sembra davvero un’altro uomo, ben diverso da quello che si pone come esempio di mitezza di cuore e di umiltà ma se ci pensiamo bene lo stupore ha un senso fino ad un certo punto. Infatti Gesù ci ha già preannunciato che, se necessario come in questo caso, può abbandonare le vesti del “buono” (Luca 12, 49-53 …Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione….).

    La cacciata dal Tempio è a tutti gli effetti una divisione.

    Da una parte i trafficanti che hanno potuto prosperare con le loro attività più o meno lecite grazie al silenzio degli scribi ed i farisei, seguaci di una fede fatta di esteriorità, di precetti e formule ripetute come cantilene senza chiedersene il senso ; una fede nella quale le funzioni al tempio divengono occasioni per fare sfoggio di abiti preziosi e mostrare una religiosità di facciata, seduti negli scranni a loro riservati.

    Dall’altra parte la Fede della condivisione fra tutti gli uomini, perché tutti fratelli e tutti uguali di fronte a Dio ; la Fede dell’azione e del movimento, impersonificata da Gesù che cammina tra la gente per diffondere la Parola.

    Per concludere, dalla lettura di oggi nascono due riflessioni.

    Che la Quaresima sia occasione per per guardarci dentro e cacciare anche noi “i mercanti” (la fatuità, la superficialità, il superfluo) dal tempio del nostro cuore.

    E l’augurio che la Chiesa riesca sempre a mantenere la funzione di Tempio di tutti noi, senza risentire delle influenze nefaste di quelle voci che, interessate ad una condiscendenza agli interessi politici del momento, arrivano a insinuare dubbi sulla validità dell’attuale Pontefice (sui social è un fiorire quasi quotidiano di movimenti e associazioni che fanno propaganda in questo senso). Dimenticando che la Chiesa è e deve essere universalità, visione del futuro e cammino nel mondo.

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