V domenica di quaresima anno c -VA’ E NON PECCARE PIU’
Gesù non condanna l’adultera a lui presentata perché venisse giudicata secondo la legge. Gesù non condanna perché Dio, il Padre, non condanna, ma vuole la salvezza del peccatore. Questa misericordia non è “grazia a buon mercato”, ma è una nuova creazione, un’opportunità perché la donna possa cambiare la sua vita. Il finale del racconto evangelico rimane aperto; non sappiamo che scelte la donna adultera avrà fatto, ma solo che Gesù l’ha perdonata perché lei potesse ricominciare a vivere. Gesù, il salvatore, colui che redime, rinvia nella libertà ognuno, affermando con i fatti che tra legge e misericordia è quest’ultima che vince.Il vangelo rivela oggi la più profonda verità sull’esistenza umana: noi non siamo i nostri peccati, Dio non ci identifica con le nostre colpe, ma apre la strada ad un rinnovamento di noi stessi, possibile con la sua grazia. Il vero peccato dell’uomo, perciò, è la disperazione, l’incapacità di fidarsi dell’amore di Dio.
Anche il messaggio della prima lettura può essere così riassunto: Ecco, io faccio una cosa nuova. Il credente sa guardare la vita a partire dal futuro aperto dalla promessa di Dio e sa fare memoria del suo passato nella misura in cui si rende capace di aprirlo alla novità.
La seconda lettura invita all’incontro trasformante con Gesù: un incontro che Paolo racconta alludendo alla sua esperienza sulla via di Damasco.
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