XXVIII domenica del t.o. anno a – DAVANTI A ME
TU PREPARI UNA MENSA
In tutte le culture il banchetto è simbolo di comunione. A questa visione non è estranea la comunità cristiana che, fin dalle sue origini, ha trovato nella mensa eucaristica il centro e la sorgente della sua vita di fede. La chiesa, infatti, è fedele a se stessa solo proponendosi come realtà che unisce gli uomini con Dio e tra di loro: perciò la sua missione è di andare incontro all’umanità, in ogni luogo, per creare legami. In mezzo agli uomini il cristiano non è mai un “isolato”, anche se può sentirsi diverso, per mentalità, valori e scelte, rispetto a tanti altri. E la sua vita può diventare segno di salvezza per tanti a condizione che lavori per l’unità e non per la divisione tra gli uomini. Nel banchetto che il Signore prepara, secondo la prima lettura, egli stesso offre doni ai convitati a partire dalla sua presenza, che si manifesta come amicizia e protezione. La visione profetica è perfino suggestiva: non ci sarà più ignoranza di Dio, non ci saranno più morte, lacrime o condizioni disonorevoli.
Il vangelo, con la parabola del grande banchetto a cui tutti sono invitati, esprime la volontà di Dio di aprire a tutti la possibilità di partecipare alla gioia. La partecipazione al banchetto, però, comporta non una risposta qualunque, ma l’impegno a rendersi degni. La grazia divina non può diventare pretesto per una vita non degna di lui.
Le difficoltà affrontate da Paolo per amore di Cristo vengono presentate nella seconda lettura mediante i co9ntrasti tra abbondanza e indigenza, sazietà e fame. Seguire Gesù vuol dire anche percorrere una strada in cui è richiesto di accettare sofferenze e umiliazioni, L’apostolo è però convinto della riuscita: “Tutto posso in colui che mi dà la forza!”.
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