domenica XXI del t.o.anno b – SERVIRE IL SIGNORE
La scelta di fede cristiana non è l’adesione ad una ideologia, ma ad una persona, alla persona di Gesù Cristo, il Signore. Di fronte alla persona di Gesù, alle sue parole e al suo agire concreto, i cristiani di tutti i tempi si trovano nella stessa situazione dei primi discepoli, devono saper andare oltre le apparenze e giudicare secondo la fede, ossia secondo la loro disponibilità a fidarsi di lui: “Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Il vangelo di oggi è esplicito: Gesù ha richiesto ai suoi discepoli la fede in lui, un’adesione di vita e non solo di parole. E’ questa adesione della vita che qualifica il vero credente e che rende accettabile anche il “linguaggio duro” della sua proposta. Anche la partecipazione all’eucarestia, senza la fede in lui, è un atto privo di senso.
D’altra parte Gesù propone, non impone la scelta. La prima lettura esplicita proprio questo: di fronte a Dio e alla sua promessa l’uomo credente è chiamato ad assumersi le conseguenze: la scelta di accettarne o rifiutarne la presenza nella propria vita pone di fronte a delle responsabilità, poiché Dio non vuole degli automi, ma delle persone che sappiano collaborare con lui.
Nella seconda lettura il cristiano è chiamato a concretizzare questa sua responsabilità in un ambito particolare della vita: l’ambiente della famiglia. Pur accettando le istituzioni del tempo, lo spirito cristiano sottopone tutto al criterio di agire come anche Dio ha agito e insegnato ad agire.
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