ASCENSIONE DEL SIGNORE :
Il DESTINO DELL’UOMO NUOVO
L’evangelista Luca ci ha lasciato due racconti dell’Ascensione, che presentano lo stesso avvenimento in una luce diversa: nel vangelo il racconto costituisce quasi una conclusione: il finale glorioso della vita pubblica di Gesù; nel libro degli Atti degli Apostoli l’Ascensione è vista come il punto di partenza dell’espansione missionaria della chiesa.
L’insieme delle letture invita ad andare al di là dell’avvenimento dell’Ascensione descritto in termini spazio-temporali: la “elevazione” al cielo del Signore risorto, i “quaranta giorni” dopo la Pasqua, sono solo un modo per indicare la conclusione di una fase della storia della salvezza e l’inizio di un’altra.
Quel Gesù con il quale i discepoli “hanno mangiato e bevuto” continua la sua permanenza invisibile nella chiesa.
Essa è chiamata a continuare la missione e la predicazione di Cristo e riceve il compito di annunciare il Regno e rendere testimonianza al Signore.
Per questo gli angeli, dopo l’ascensione del Risorto, invitano gli apostoli a non attardarsi a guardare il cielo: l’avvenimento a cui hanno assistito non coinvolge solamente loro, al contrario, da esso prende il via un dinamismo universale, “salvifico” e “missionario” che sarà animato dallo Spirito Santo (v. 1a lettura).
Per la forza di questo Spirito, il Cristo glorificato e costituito Signore universale (v. 2a lettura), capo del corpo-chiesa e del corpo-umanità, attira a sé tutte le sue membra perché accedano, con lui e per lui, alla vita presso il Padre.
Così la comunità dei credenti, consapevole di aver ricevuto un potere divino, piena di slancio missionario e di gioia pasquale, diventa nel mondo testimone della nuova realtà di vita realizzata in Cristo Signore.
Gesù è presente in mezzo ai suoi principalmente in forma sacramentale ed ecclesiale. Da questa presenza del Signore scaturisce la responsabilità e la missione della evangelizzazione. Tutto ciò si realizza ed è, per così dire, “ritualizzato” nella celebrazione eucaristica. L’assemblea che si riunisce è già una testimonianza e un annuncio del Signore Gesù; egli è presente con la parola e l’eucaristia, realizzando la promessa: “ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”. Nella liturgia della parola si adempie il comando di Gesù: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”. La parola proclamata suscita nel “Credo”, la risposta di fede nel mistero di Cristo. E colui che presiede proclama a nome dell’assemblea la speranza comune di essere un giorno, per sempre, uniti nella gloria del Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte. La sua presenza in noi è pegno che parteciperemo come lui e con lui alla vita presso il Padre: anzi, la realtà sacramentale ce lo fa già pregustare oggi. Una assemblea liturgica che celebra con sincera adesione questi aspetti del mistero, diventa testimonianza viva dell’azione di Cristo nella sua chiesa e dell’umanità nuova da lui inaugurata con la sua ascensione presso il Padre.
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