Vangelo della domenica (9-09-2018)

XXIII domenica del t.o. anno b -LA FEDE NASCE DALL’ ASCOLTO

Ascoltare, nel linguaggio della Bibbia, non significa soltanto udire superficialmente, ma piuttosto “obbedire”, non nel senso di un subire o eseguire un volere altrui, quanto nel senso di riconoscere il primato di Dio nella nostra vita. Le immagini della Bibbia presentano spesso l’uomo, o addirittura il popolo, come chiuso alla parola di Dio, come sordo e muto, incapace di comprendere e di riconoscere la strada della vita come la Parola indica. Per questo l’iniziazione alla fede viene spesso intesa come una “guarigione”, che ridona vita e fa capaci di lode.


Il vangelo racconta proprio la guarigione di un sordomuto : l’incontro con Gesù è descritto nella sua vitale concretezza di gesti fisici, come “imporgli la mano”, “porre le dita negli orecchi”, “toccare con la saliva la lingua”. Sono gesti di liberazione, che generano una meravigliosa “apertura” di colui che viene guarito e lo rendono pieno di gioia e capace di lode. In questo modo il “miracolo” rappresenta il compimento di quanto è profeticamente annunciato nella prima lettura, nella quale la presenza di Dio tra gli uomini è promessa e descritta in questi termini: aprire gli occhi ai ciechi e schiudere gli orecchi dei sordi, far saltare lo zoppo come un cervo e gridare di gioia la lingua del muto…
In un analogo orizzonte di fede la seconda lettura tratta dalla lettera di Giacomo, invita a riflettere sull’interrogativo: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?

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