Vangelo della domenica (7-12-2014)

2a DOMENICA DI AVVENTO
DIO VIENE PER FARCI TORNARE A LUI

. La seconda domenica di avvento da una parte richiama l’attesa del Signore e di ”cieli nuovi e terra
A partire dalle letture bibliche possiamo comporre un vademecum per il presente come frattempo, tra il tempo “realizzato” in Gesù e i tempi “in fase di realizzazione” degli uomini. Le preghiere della messa chiedono di sbilanciare l’attenzione verso il compimento di Dio: “fa che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio” e “insegnandoci a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo”.
La prospettiva è volutamente sbilanciata verso il futuro rispetto all’impegno presente perché questo è il senso dell’Avvento nell’invito ad alzare il nostro sguardo per intravvedere “il Signore che viene!”.
L’esistenza cristiana si radica nell’intreccio tra cielo e terra, tra impegno nella creazione e attesa della nuova creazione, tra cura per questo cielo e questa terra e speranza di nuovi cieli e unna terra nuova, tra la passione per la giustizia possibile nella storia e il compimento della profezia straordinaria contenuta nel salmo 84: “Amore e verità si incontreranno giustizia e pace si baceranno”.
L’esistenza cristiana è come “il dito di Giovanni Battista” (H.U. von Balthasar), che indica continuamente il Messia, sempre sbilanciata su Gesù, “Colui che era, che è e che viene”. Il messaggio centrale della liturgia è sempre di speranza poiché annuncia la fine delle tribolazioni e l’arrivo di Dio (prima lettura), rinfranca la comunità nella fatica dell’attesa (seconda lettura) e presenta il precursore del Messia che arriverà “più forte di lui” (vangelo).
In questa seconda domenica dell’Avvento siamo invitati a prendere sul serio il messaggio del Battista, a riconoscere che Gesù che è venuto nella carne è in grado di trasfigurare la nostra vita e la storia dell’umanità.
Lasciamoci destare dunque questa voce che grida: ci strappa ai nostri ritmi abituali e un po’ sonnolenti, ci obbliga a scrollarci di dosso il torpore e a renderci disponibili al nuovo.
L’Avvento è il tempo in cui, di anno in anno, siamo messi di fronte al nuovo: al progetto di Dio, alla sua proposta di felicità e di pienezza, all’offerta di una relazione che dà un senso nuovo al nostro cammino.

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