domenica XXII del t.o. anno C – GLI ULTIMI POSTI
La nostra cultura ci ha abituati alla competizione: la lotta per i primi posti, la ricerca del profitto, la concorrenza fino ad eliminare chi è percepito come avversario, la raccomandazione per scavalcare altri, la corruzione per aggirare la legge, la furbizia per non pagare il dovuto e tanti altri comportamenti simili sono proposti e diventano con facilità i valori portanti del nostro vivere sociale.
Il cristianesimo insegna tutt’altro, rappresenta la vera rivoluzione alternativa alle nostre “mode”: orgoglio e autosufficienza sono, davanti a Dio, negazione della vera sapienza, che la celebrazione odierna ci invita invece ad accogliere e a praticare.
La parola oggi proclamata può essere per noi una guida alla vera umiltà: nel vangelo Gesù invita a scegliere l’ultimo posto per metterci al servizio di chi vive nella sofferenza e nel bisogno. Rivela che il vero amore sta nel dare la propria vita: si è nella verità di Cristo quando si giudica il proprio agire non secondo il criterio del successo, ma sul bene di cui si è stati capaci. E soprattutto sollecita a scoprire che la dignità di ogni persona dipende dal suo valore davanti a Dio.
La consapevolezza del proprio limite è la condizione per accostarci alla vera sapienza, per trovare grazia davanti al Signore e per glorificarlo con la nostra vita: è l’insegnamento che ci viene dalla prima lettura.
Si tratta di un percorso non facile verso la città del Duo vivente, un cammino che ha sempre bisogno di mediazioni e soprattutto, come esorta la seconda lettura, ha bisogno del mediatore della nuova alleanza, Gesù il Cristo.
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