Vangelo della domenica (27-04-2014)

IL RISORTO SI MANIFESTA                                    NELL’ASSEMBLEA EUCARISTICA

Da questa domenica, e per tutto il tempo pasquale, la liturgia della Parola ci orienta verso un’unica realtà: la Chiesa, comunità dei credenti, nata dalla Pasqua. La prima comunità di Gerusalemme deve rispecchiarsi nelle nostre comunità.
Il vangelo di Giovanni racconta due apparizioni del Signore risorto: una la stessa sera del giorno di Pasqua, “il primo dopo il sabato”; l’altra “otto giorni dopo”.
Il ritmo settimanale delle apparizioni di Gesù, crea un contesto fortemente liturgico. Il giorno delle apparizioni del Signore risorto fu ben presto indicato dai cristiani con un nome nuovo “giorno del Signore” (=“domenica”); e fin dagli inizi della Chiesa venne considerato come il segno della Pasqua che veniva celebrata dai fedeli riuniti in assemblea.
Il Concilio dice: “ Secondo la tradizione cristiana… in questo giorno i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio, e partecipare all’Eucarestia, e così far memoria della passione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti (2a lettura). Per questo la domenica è la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli” ( Sacrosantum Concilium 106).
La parola che risuona oggi nell’assemblea è un richiamo a vivere quella fede pasquale su cui si fonda la comunità cristiana. L’episodio di Tommaso e la beatitudine di coloro che crederanno pur non avendo visto, insegnano che è giunto il momento di instaurare una nuova economia di fede; la presenza di Cristo in mezzo ai suoi sarà riconosciuta solo attraverso l’esperienza di segni sacramentali: la Parola (“l’insegnamento degli apostoli”) ascoltata con fedeltà; la comunione fraterna vissuta in modo concreto e realistico; il gesto di spezzare il pane nell’Eucarestia; la partecipazione alla preghiera comune.
L’esperienza della prima comunità apostolica si rinnova oggi per la nostra assemblea: la fede riconosce la presenza del Signore risorto nel segno stesso dell’assemblea, nel segno della Parola proclamata e ascoltata, nella condivisione del pane e del vino.
Dalla fede pasquale scaturisce anche la fede dei discepoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.
Il potere di rimettere i peccati non è solo quello conferito al sacerdote per il sacramento della confessione, ma anche quello conferito a tutta la comunità dei discepoli per diffondere la salvezza, la riconciliazione già operata da Cristo con la sua vittoria sul male e sul peccato.
La chiesa è fedele alla sua missione se si rivela al mondo come strumento di riconciliazione. Siamo una comunità di riconciliati con Dio in Cristo, di fratelli riconciliati fra loro per la presenza del Risorto e del suo Spirito di pace: non possiamo contraddire la realtà alla quale il Signore ci chiama lasciando che nella nostra comunità perdurino motivi di divisione e di tensione, che qualcuno si senta solo, isolato, emarginato.

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