VI domenica di Pasqua anno c -DIO SARA’ TUTTO IN TUTTI
Gesù parla ai discepoli di un suo andare al Padre. Egli va per aprire la via, va a preparare un posto ai discepoli nella casa del Padre. Il Padre è il termine ultimo della missione. Al tempo stesso assicura ai discepoli una sua presenza costante accanto a loro e il dono del Paraclito. In questa reciproca immanenza viene superata ogni distanza tra Dio e gli uomini. Il tempo della chiesa è il tempo dello Spirito, che insegna a ricordare, una memoria essenziale per vivere una presenza di Dio e non costringerlo ad una assenza, il grande rischio del nostro tempo.
Il vangelo ci affida la promessa dello Spirito: l’ascolto della parola di Gesù è condizione per accogliere la presenza del Padre e del Figlio nella nostra storia, ma per ascoltare e comprendere questa parola occorre l’azione in noi dello Spirito.
In questo orizzonte ci pone anche la prima lettura, che narra di un conflitto vissuto nella Chiesa delle origini: veniamo così invitati a non temere i conflitti, ma ad affrontarli lasciandoci guidare dallo Spirito.
La seconda lettura ci offre una immagina della città celeste, nella quale può rispecchiarsi la città terrena, comunità peccatrice e in cammino. La Chiesa potrà risplendere, come la città santa celeste, della “gloria” di Dio se sarà capace di testimoniare nel mondo la novità della risurrezione.
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