Vangelo della domenica (21-12-2014)

4a DOMENICA DI AVVENTO
ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE

 4797_180Dio non si lascia mettere in tasca!
Credo che questa potrebbe essere la frase che riassume uno degli insegnamenti della Parola di Dio di questa quarta domenica di Avvento.
Possiamo portare in tasca il rosario, un santino di Padre Pio o anche costruire una piccola grotta di Lourdes nei nostri giardini e facciamo bene perché tutti questi gesti esprimono il nostro desiderio di vivere in comunione con Lui ma chi pensasse di aver “addomesticato” Dio si troverebbe ben presto a fare i conti con colui “le cui vie non sono le nostre vie”.

Nella prima lettura Davide e Natan cadono proprio in questo errore: “Vorrei costruire una casa per Dio … la tenda che ha usato finora non mi sembra dignitosa, lo onorerò con un tempio più stabile”. “Bravo è proprio una bella idea”! … Hanno fatto i conti senza l’oste. Dio in questo momento non vuole una casa per sé ma vuole rendere stabile la casa (il casato, la discendenza) di Davide. Addirittura Dio sta pensando di far nascere nella storia il Suo Figlio unigenito come un discendente di Davide.
Il tempio che hanno in mente Davide e Natan è segno della loro devozione a Dio ma a confronto del progetto “incarnazione” che Dio ha in mente è veramente una bazzecola!
Senza mancare di rispetto direi che anche Maria si trova a fare i conti con l’imprevedibilità, la libertà e l’immensità dei progetti di Dio.
Col suo fidanzato Giuseppe si stava preparando a metter su una famiglia buona e devota, sennonché l’angelo Gabriele viene a dirle che Dio ha altri progetti su di lei, anzi su di loro e la loro famiglia. E che progetti! Non solo vivere da bravi fedeli l’osservanza dei precetti ma addirittura divenire Tempio vivente di Dio che si incarna. 
Impossibile non rimanere folgorati dalla disponibilità di questa ragazza di provincia che all’istante mette da parte i propri progetti per lasciare a Dio il ruolo di navigatore.
Sì, navigatore come avviene nei rally: il pilota guida ma è il navigatore a dirgli dove andare e ad avvisarlo sulla pericolosità delle curve che ha innanzi. Maria non ha “lasciato fare” Dio ma ha continuato a scegliere per sé le scelte di Dio. A volte si pensa che obbedire sia mettersi da parte, salire su un’auto guidata da altri, ma così Dio sarebbe ben poco rispettoso della nostra libertà, in realtà ci chiede di stare al nostro fianco, al posto del navigatore appunto. Noi rimaniamo liberi e responsabili, Lui guida e sostegno anche nei percorsi più accidentati.
Saremo beati quando riusciremo, come Maria, a cantare il nostro Magnificat a Dio che ci conduce a pascoli verdeggianti dove noi non saremmo mai arrivati da soli.
Concludo con un paio di domande cattivelle a cui ognuno di noi potrebbe provare a rispondere personalmente (nel segreto della preghiera) per Natale:
Quando è successo nella mia vita che abbia cercato di fare un tabernacolo a Dio, rinchiuderlo in un bell’angolino e Lui invece è esploso in tutta la sua onnipotenza obbligandomi a cambiare progetti?
Una ragazza pensa al matrimonio e Dio la sceglie per divenire Suo tempio: tra tutte le mie faccende … come faccio quest’anno a “partorire” Cristo in questo mondo?

                                                                                                                Buon Natale!

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