Vangelo della domenica (18-08-2013)

XXa DOM. DEL TEMPO ORDINARIO:  IL VANGELO SEGNO DI DIVISIONE

Bisogna riconoscere con realismo che credere è rischioso, perché significa diventare segno di contraddizione, cioè essere in controtendenza rispetto al pensiero dominante, così da condizionare anche i rapporti interpersonali. Geremia, il profeta perseguitato è sempre stato visto come una prefigurazione di Gesù. E’ stato, scomodo e coerente fino alla fine, pienamente inserito nel suo tempo, per porgere la parola di Dio in relazione alle situazioni politiche e sociali del suo tempo. Chi crede non fugge dal mondo, ma vi si inserisce pienamente per offrire il servizio della testimonianza, costi quel che costi.
Il Vangelo di oggi indica proprio il prezzo della fede coerente, che Gesù paga per primo. Il fuoco e il battesimo evocano la sua missione attuata nello Spirito e compiuta sulla croce. Questo accade anche al discepolo che vuole percorrere lo stesso cammino del Maestro.
La fede esige un’impostazione globale della vita, del modo di pensare e di agire e coinvolge anche i rapporti interpersonali. L’annuncio e la testimonianza sono un atto di volontà e libertà, oltre che di grazia, e raggiunge altre persone nella loro volontà e libertà: vivere la fede in pienezza comporta una relazione interpersonale, un incontro, o anche uno scontro, come dice Gesù con schiettezza. La scelta di fede può portare anche alla divisione nel gruppo umano unito per antonomasia che è la famiglia. Ogni scelta può generare amicizie o inimicizie, seguire Gesù è una decisione così totalizzante che le inimicizie possono nascere persino nell’ambito familiare. Questo discorso non sostiene la divisione nella famiglia, come è ovvio, semmai invita a sostanziare ulteriormente i rapporti familiari alla luce del regno di Dio. Ma dice anche che la fede in Cristo crea un legame che supera quello di sangue.
La fede quindi genera una famiglia più grande di quella di origine, nella quale si è pure fratelli e sorelle e figli di un solo padre.
Anche nella comunità cristiana vi possono essere divisioni quando vivere la fede si scontra con dinamiche umane di potere o di peccato, da cui neanche i cristiani sono esenti.
Credere è una scelta, ma prima di tutto è un dono, è una chiamata. L’atto libero e personale di chi aderisce a Cristo è preceduto dall’annuncio, dalla testimonianza, dalla vita di tanti cristiani spesa per il Signore. La fede non viene dal nulla, ma è sempre una risposta ad una chiamata .

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