Vangelo della domenica (16-06-2013)

XI° DOMENICA  TEMPO ORDINARIO:    L’AMORE DI DIO
VINCE IL PECCATO

XI dom t.o. annoc

Gesù salva i peccatori. Si manifesta, così come Dio, perché, nella coscienza dei Giudei solo Dio può perdonare i peccati.
L’uomo è tanto più vicino a se stesso quanto più è vicino agli altri, all’Altro per eccellenza che è Dio. La chiusura agli altri e a Dio “disintegra” l’uomo. La schiavitù, la fame, la miseria, la guerra, la violenza… sono i segni visibili del peccato.
L’uomo può togliere a se stesso e agli altri la vita, ma non può ridarla. Questo potere è solo di Dio, e si manifesta in Gesù, il quale smonta la falsa immagine di Dio per la quale “santità” è rifiuto assoluto del peccatore; ma Dio è “no” assoluto al peccato, non al peccatore. Quando l’uomo si sente peccatore può rivolgersi a Dio con fiducia e ottiene gratuitamente da Lui il perdono e la vita.
Chi accetta di essere amato gratuitamente, senza suo merito, vive, diventa capace di amare e di affrontare la vita. Il perdono è l’esperienza del grande amore di Dio. Il sentirsi perdonati, e non il sentirsi giusti presso Dio, è il motivo più grande per amare di più Dio e i fratelli. Il perdono di Dio è la vera forza di liberazione dell’uomo. E l’uomo liberato dall’amore di Dio diventa liberatore dei suoi fratelli
Avvertiamo oggi un grande bisogno di rinnovamento. E’ evidente che sono troppe le cose che non vanno bene. Si fanno però anche tanti sforzi per rendere il mondo più umano, per vincere le forze del male. Si cerca di liberare l’uomo dalla ignoranza, dalla fame, dalle malattie, dalla guerra, dallo sfruttamento. Ma è sufficiente lo sforzo umano degli individui e della società, per creare un mondo nuovo, un uomo nuovo? Basta fare leggi più giuste, cambiare le strutture? Il male da cui l’uomo deve essere liberato è “dentro” l’uomo. L’impegno dell’uomo è necessario, ma insufficiente. L’uomo deve cercare Dio, la sua grazia che salva, e la incontra nella Parola, nella preghiera, nei sacramenti, in particolare quello del perdono. L’uomo riconosce così la sua insufficienza a salvare la propria vita da se stesso e si apre ad accogliere l’amore efficace di Dio, e si impegna a portare nel mondo la novità dell’amore.

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