E’ Domenica (5-12-2021) – 2a domenica di Avvento anno c

COMMENTO AL VANGELO II DOMENICA DI AVVENTO

Nella seconda domenica d’Avvento, il brano del Vangelo secondo Luca ci parla della figura di Giovanni Battista.
Il brano si apre con una precisazione storica, volta a definire il periodo in cui si svolge ciò che viene narrato. Sono nominati i governanti e i sovrani dell’epoca ed i capi religiosi allora presenti. In contrapposizione a questi ricchi potenti, viene poi nominato Giovanni, un umile uomo su cui si è posata la Parola di Dio. Egli vive nel deserto, ha svuotato la sua vita di tutto ciò che è superfluo per poter apprezzare al meglio il messaggio del Signore. Creando soprattutto dentro sé un ambiente adatto ad accogliere la Parola, Giovanni ha aperto il suo cuore a Dio. Il suo “deserto”, quindi, non è sterile, ma dà molto frutto.
Giovanni si mette in cammino e annuncia quello che la Parola gli suggerisce. Parla alle grandi folle che lo seguono di un “battesimo di conversione”: l’immersione nell’acqua del fiume Giordano per poi riemergerne segna il passaggio dall’uomo vecchio a quello nuovo, invita a lasciarsi alle spalle le ruggini del passato per poter intraprendere un nuovo cammino, fatto di fede e di amore.
Nella parte finale del brano viene citato un passo del profeta Isaia, che sprona a fare quello che ha fatto Giovanni: preparare la via del Signore, fargli spazio nel nostro cuore, togliere gli ostacoli che si frappongono fra noi e il Signore. Così facendo, possiamo metterci in gioco e seguire davvero il Signore, diventando suoi testimoni e dunque portatori di salvezza a tutti gli uomini. Come rimarcato dalla frase finale del Vangelo odierno, infatti, a nessuno è precluso l’incontro con il Signore: “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.

2a Domenica di Avvento anno c – clicca sopraper leggere la Parola di Dio

GUALDO FESTEGGIA SAN NICOLA

A Gualdo si festeggia lunedì 6 dicembre San Nicolao (San Nicola). Offriamo in questo foglietto domenicale, un breve riassunto della sua vita e del culto. E’ giusto fare ciò, perché non pensiamo che i santi siano statuine, ma persone che con la loro vita, hanno segnato il cammino della Chiesa e del mondo.
San Nicola di Bari o di Mira (Pàtara di Licia, 270 ca.; † Myra, 6 dicembre 343) è stato un vescovo turco di Myra in Licia ,è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. Noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Niccolò, san Nicolao è famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine alla moderna leggenda di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.

Biografia – San Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 260 e il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Divenne così erede di un ricco patrimonio che impiegò per aiutare i bisognosi.
Una antica tradizione narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.
In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato presbitero. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino I nel 313 e riprese l’attività apostolica. Non è certo se sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l’eresia dell’arianesimo, difendendo la fede cattolica, ma la tradizione ci tramanda che in un momento d’impeto prese a schiaffi Ario. Nicola morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell’anno 343. Come si tramanda da secoli è descritto compiere miracoli in vita e in morte; tale tradizione si consolidò ulteriormente nel tempo, anche per il gran numero di eventi prodigiosi a lui imputati e che si diffusero ampiamente in Oriente, a Roma e nell’Italia meridionale. Le sue spoglie furono conservate con grande devozione di popolo, nella cattedrale di Myra fino al 1087. Grande è la venerazione a lui tributata dai cristiani ortodossi.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, raggiunse Myra e si impadronì delle spoglie di Nicola che giunsero a Bari il 9 maggio 1087. Secondo la tradizione, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono]. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell’abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. Da allora san Nicola divenne patrono di Bari e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell’arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città.
Culto e tradizione – San Nicola è uno dei santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili. Viene festeggiato il 6 dicembre. Il santo oggi è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti e per questo la sua effigie figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari. Nella provincia di Trieste, nella parte nord-orientale della provincia di Udine e in tutta l’Alto Adige è una festa molto radicata nella tradizione, come in tutte le terre dell’ ex Impero Austroungarico, i bambini scrivono una letterina a san Nicolò (o san Niklaus) che lasciano sul tavolo della cucina e la mattina dopo trovano la tavola con mandarini, biscotti, cioccolato, mandorlato e doni; però per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero.
A Bari il culto è molto sentito e dal 7 al 9 maggio si festeggia il santo con una prolungata festa che ripercorre l’evento della traslazione delle sue ossa nella città, trascinando una caravella sul lungomare.

8 dicembre IMMACOLATA CONCEZIONE LA PCCOLA DONNA
CHE DIVENTA PORTA DEL CIELO

La volontà divina scelse Maria di Nazareth come porta della salvezza. Tuttavia c’è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà. Lo sottolinea bene Dante Alighieri nell’ultimo Canto del Paradiso: “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, / umile ed alta più che creatura, / termine fisso d’eterno consiglio” (Par. XXXIII, 1-3). La Vergine stessa nel “Magnificat”, il suo cantico di lode, questo dice: “L’anima mia magnifica il Signore… perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,46.48). Sì, Dio è stato attratto dall’umiltà di Maria, che ha trovato grazia ai suoi occhi (cfr Lc 1,30). E’ diventata così la Madre di Dio, immagine e modello della Chiesa, eletta tra i popoli per ricevere la benedizione del Signore e diffonderla sull’intera famiglia umana. Questa “benedizione” non è altro che Gesù Cristo stesso. E’ Lui la Fonte della grazia, di cui Maria è stata colmata fin dal primo istante della sua esistenza. Ha accolto con fede Gesù e con amore l’ha donato al mondo. Questa è anche la nostra vocazione e la nostra missione, la vocazione e la missione della Chiesa: accogliere Cristo nella nostra vita e donarlo al mondo, “perché il mondo si salvi per mezzo di Lui” (Gv 3,17). Cari fratelli e sorelle, l’odierna festa dell’Immacolata illumina come un faro il tempo dell’Avvento, che è tempo di vigilante e fiduciosa attesa del Salvatore. Mentre avanziamo incontro a Dio che viene, guardiamo a Maria che “brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino” (Lumen gentium, 68). A Nazaret Maria è chiamata dall’Angelo “piena di grazia”: in queste parole è racchiuso il suo singolare destino, ma anche, in senso più generale, quello di ogni uomo. La “pienezza di grazia”, che per Maria è il punto di partenza, per tutti gli uomini è la meta: infatti, come afferma l’apostolo Paolo, Dio ci ha creati “per essere santi e immacolati al suo cospetto” (Ef 1, 4). Per questo ci ha “benedetti” prima della nostra esistenza terrena, e ha mandato il suo Figlio nel mondo a riscattarci dal peccato. Di tale opera salvifica, Maria è il capolavoro, la creatura “Tutta bella”, “Tutta santa”. Ad ogni uomo, quali che siano le sue condizioni, l’Immacolata ricorda che Dio lo ama in modo personale, che vuole solo il suo bene e lo segue costantemente con un disegno di grazia e di misericordia, che ha avuto il suo culmine nel sacrificio redentore di Cristo. La vicenda di Maria rimanda a Gesù Cristo, unico Mediatore di salvezza, e aiuta a guardare all’esistenza come ad un progetto d’amore, al quale occorre cooperare con responsabilità. Maria è modello non solo della chiamata, ma anche della risposta. Ella infatti ha detto “sì” a Dio, all’inizio ed in ogni successivo momento della sua vita, seguendone pienamente la volontà, anche quando questa risultava per Lei oscura e difficile da accettare.

AVVISI
Lunedì 6 dicembre – a Gualdo ore 21 S. Messa in onore di S. Nicolao.
Martedì 7 – alle 20,30 in canonica incontro sulla Parola di Dio.
Le famiglie disponibili per il presepio vivente di Bozzano del 12 dicembre sono invitate a partecipare alla riunione alle ore 21 nei locali parrocchiali. Per informazioni chiamare Franca 3201619276.
Ore 21 ‘Siamo qui’ giovani.
Mercoledì 8 – Festa dell’Immacolata: le S. Messe hanno l’orario festivo.
Nel pomeriggio ore 15-17 Festa dei ragazzi del catechismo (se non piove) negli spazi dell’ex asilo a Bozzano.
Venerdì 10 – ore 21 Massarosa, serata di spiritualità per giovani.

MISERICORDIA DI PIANO DEL QUERCIONE ‘ Una stella per tutti’
Il giorno 8 dicembre la Misericordia sul piazzale della Chiesa a Piano del Quercione offre al mattino le stelle di Natale. Il ricavato verrà devoluto a famiglie bisognose. Grazie a tutti.

LE AMICHE DELLE MISSIONI ALLESTIRANNO I GIORNI 11/12 DIC IL BANCHETTO CON I PRODOTTI NATALIZI IN OFFERTA E UN LIBRO SU SAN GIUSEPPE.
Sono state raccolte offerte per € 800,00 a favore dell’orfanotrofio di Katana in Congo: grazie.

2 Replies to “E’ Domenica (5-12-2021) – 2a domenica di Avvento anno c”

  1. Riccardo

    Il deserto del brano odierno assume il significato simbolico che il nostro percorso verso Gesù sarà tanto più efficace quanto più noi riusciremo a far si che il nostro cuore e la nostra mente diventino “deserti” nei confronti del materialismo, dell’individualismo e dell’indifferenza verso tutto ciò che é doloroso o brutto e scomodo da vedere. Incominciamo a pensare, vedere e sentire prima con il cuore, solo così non ci conformeremo ai tempi ma apriremo e rinnoveremo l’anima, come insegna San Paolo

  2. Mary Coppolecchia

    Nella prima lettura il profeta Baruc riprende il tema del ritorno dall’esilio di Babilonia e appare come una preziosa rilettura del libro di Isaia , il libro della consolazione.
    La chiesa in questa domenica dell’attesa , ci propone un brano dove si esorta il nuovo popolo di Gerusalemme a deporre il lutto, a rivestirsi di magnificenza, a praticare la pace e la giustizia , la gloria e la pietà , perché il Signore mostrerà il suo splendore ad ogni creatura e tutto avviene all’improvviso, a una parola del Santo…E poi a seguire riecheggiano le parole della bella preghiera del Magnificat ‘ Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni , di colmare le valli livellando il terreno , perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio”.
    Maria dirà ” ha spiegato,la potenza…ha rovesciato i potenti…ha ricolmato di beni , ha svuotato , si è ricordato della sua misericordia” .Le stessé parole sono riprese nella bocca di Giovanni mirabilmente rimarcate”preparate le vie…raddrizzate i sentieri..ogni burrone sarà riempito, ogni colle sarà abbassato, le vie tortuose saranno raddrizzate e quelle impervie spianate”…
    Dall’umiliazione della schiavitù si passa alla gloria del regno.
    Ora il regno non è solo quello storico di Baruc del II secolo a.c. e neppure quello di Tiberio, Ponzio Pilato ed Erode tetrarca della Galilea quando cioè la Parola di Dio scese su Giovanni il Battista.
    Questa parola di Misericordia , di splendore, di consolazione è detta anche oggi, nel tempo di Mattarella Presidente, Draghi primo ministro, nel tempo della pandemia e delle migrazioni afgane, di Papa Francesco che si fa testimone di perdono e Misericordia per il popolo di Cipro e per i profughi di Lesbo.Il Signore ci invita a convertirci perché lui ha già tutto per noi, è solo che dobbiamo con semplicità accogliere l’esortazione di Paolo,ai Filippesi “ prego perché la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”.
    Ogni domenica di questo avvento Signore , meditando sulla tua Parola fa’che possiamo cantare e capire come il salmo “alla Tua Luce vediamo la Luce”.

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