E’ Domenica (5-09-2021) – XXIII Domenica del tempo ordinario anno b

COMMENTO AL VANGELO XXIII DOMENICA T.O.

Nella XXIII Domenica del Tempo Ordinario, il brano del Vangelo secondo Marco ci parla della guarigione di un sordomuto.
L’inizio del brano colloca geograficamente la vicenda: Gesù, dopo essere stato a Tiro e a Sidone, giunge nel territorio della Decapoli, una regione sulla sponda orientale del lago di Tiberiade. I territori che attraversa Gesù non appartengono alla Galilea, sono regioni straniere e pagane, che però non sono escluse. Il messaggio del Signore deve essere portato a tutti gli uomini, non soltanto ad una ristretta cerchia.
La guarigione del sordomuto rappresenta il compimento di una profezia di Isaia, che aveva annunciato una gioia tale proveniente dal Signore che si sarebbero schiusi gli orecchi dei sordi e si sarebbe sciolta la lingua del muto.
Il rito che Gesù compie è composto da più gesti. Innanzitutto, porta il sordomuto lontano dalla folla, per avere con lui un dialogo intimo ed esclusivo; poi, tocca i suoi orecchi e la sua lingua, per riaprire i suoi sensi, la sua comunicazione con il mondo; infine, alza gli occhi al cielo, al Padre, e con un sospiro pronuncia quel comando, “apriti!”, che dà inizio ad una nuova vita per quell’uomo.
Nella figura del sordomuto ci siamo anche noi, quando ci chiudiamo al Signore e alla sua Parola. Se non ci mettiamo in ascolto della Parola di Dio, non possiamo poi “parlarla”, cioè applicarla concretamente nella nostra vita, esattamente come il sordo che, non avendo mai udito le parole, non è in grado di parlare. Alla nostra chiusura, Gesù risponde dicendoci “effatà”, apriti! Dall’apertura del nostro cuore a Lui, scaturisce un nuovo stile di vita, una nuova prospettiva da cui guardare il mondo che ci circonda. Possiamo “guarire” anche noi, se lo vogliamo, ed essere uomini nuovi.

XXIII dom t.o. anno b – clicca sopra per leggere la parola di Dio della domenica


LA CHIESA E IL RITORNO AL VANGELO -2-

La storia ci insegna: più i cristiani hanno saputo andare verso gli uomini solo con la ricchezza del Vangelo, più hanno dato origine a Chiese autenticamente cristiane. Più invece sono andati portandosi come bagaglio la pretesa cultura, le risorse della comunità, più hanno fondato Chiese che ben presto si sono rivelate non evangelizzate. Attenzione a confidare nei progetti culturali ad effetto ed esaltanti. Al contrario è proprio l’essenziale dell’annuncio cristiano che lo rende potente ed efficace.
Con la croce e la Risurrezione di Gesù “non c’è giudeo né greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28). Così è la nuova comunità cristiana che vive una nuova relazione in Cristo, così è una Chiesa ospitale. Ma attenzione anche qui a non ridurre l’ospitalità a quella forma di carità oggi praticata in modo anche eroico verso gli immigrati. La qualità dell’ospitalità è, innanzitutto, data dal volto della Chiesa.
Una Chiesa libera, capace di lasciarsi plasmare dalla sapienza di Dio e dalla diversità delle genti. Una chiesa nella quale uomini e donne siano riconosciuti nella loro dignità, senza quella disparità che continua a penalizzare le donne laiche o consacrate che siano. Una Chiesa capace di accogliere i peccatori non perché si dice misericordiosa verso gli altri, ma perché sa di aver bisogno lei per prima della misericordia di Dio. Forse molti oggi lasciano la Chiesa, almeno come praticanti, perché la Chiesa è malata ancora di narcisismo spirituale, non sa essere accogliente. Forse ancora oggi ci riempiamo la bocca di termini quali misericordia, perdono, servizio, ecc. ma poi nel concreto usiamo solo giustizialismo e potere.
L’ospitalità per la Chiesa è decentramento in atto, uscita da sé stessa per andare verso gli altri e permettere loro di convergere verso il Signore Gesù Cristo, permettere agli assetati di vita di trovare la vita. Anche gli uomini e le donne di oggi hanno sete e cercano i pozzi dove c’è acqua. Chi siede presso il pozzo, e può attingere, offra e doni acqua, nient’altro che acqua, e soddisfi la loro sete: questa la sua missione, niente di più. “In Cristo l’uomo è diventato la speranza dell’Uomo !”.
                                                                                                                                                              -fine-

Avvisi
Domenica 5 – a Gualdo alle ore 10 S.Messa e celebrazione di un Battesimo.
Martedì 7 – Al mattino non c’è la Messa a Bozzano alle ore 9,
non c’è alle ore 21 l’incontro sulla parola di Dio perché D. Michelangelo è a riposarsi fino a sabato.
Sabato 11 – a Massarosa alle ore 9 ritiro dei ragazzi di 1a Comunione
La Messa a Bozzano non è alle ore 18,30 ma alle ore 21 in Colle.
Domenica 12 – alle ore 15 Tombola agli Sterpeti.

ORARIO MESSE
Nell’attesa che Don Dieudonné arrivi in maniera stabile nella nostra Comunità Parrocchiale, ritorniamo da Domenica 12 settembre all’orario consueto delle Celebrazioni e Messe.

One Reply to “E’ Domenica (5-09-2021) – XXIII Domenica del tempo ordinario anno b”

  1. Riccardo

    Verissimo. Il nostro cammino di cambiamento e conversione presuppone che ci apriamo alla parola del Signore, che apriamo gli occhi in una nuova maniera per osservare ciò che prima non vedevamo ; bisogna imparare a guardare ed ascoltare con il cuore.
    Come anche si legge nelle lettere ai Romani, occorre evitare di conformarsi al mondo che ci circonda ed al modo di viverlo della maggior parte della gente ma bisogna invece APRIRSI al mondo in tutte le sue sfaccettature ed APRIRSI a tutti i fratelli.
    E’ dallo sforzo di conoscere il nuovo che nasce il desiderio di quel confronto e dialogo che, solo, é in grado di impedire che la differenza diventi diffidenza e indifferenza.

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