COMMENTO AL VANGELO – III DOMENICA DI PASQUA
Continua, nella III domenica di Pasqua, il racconto delle vicende successive alla risurrezione.
Nonostante Gesù sia apparso ai discepoli già due volte dopo la sua risurrezione, come ascoltato nel Vangelo di domenica scorsa, essi non sono ancora pronti per la loro missione. Il loro gruppo si divide e sette discepoli ritornano a fare i pescatori in Galilea, dove tutto era iniziato tre anni prima, quando Gesù li aveva invitati a lasciare le reti per seguirlo e diventare “pescatori di uomini”. Il cuore dei discepoli è triste e ancora di più lo è dopo aver passato una notte a pescare senza prendere niente. Il loro stato d’animo è tale che non riconoscono Gesù in quell’uomo che li aspetta sulla riva e domanda loro se abbiano qualcosa da mangiare, da poter condividere con lui. La risposta dei discepoli è un secco “no”, che non lascia nemmeno un briciolo di speranza. Ma Gesù, a differenza degli uomini, non si scoraggia di fronte a quei discepoli che, pur avendo vissuto con lui per tre anni, sono adesso così sfiduciati. Solo quando, dopo le indicazioni di Gesù, la rete è carica di pesci, uno dei discepoli, Giovanni, riconosce il Signore. Pietro, allora, impaziente di incontrare Gesù, si tuffa dalla barca per raggiungere prima la riva. Riconosce di essere un uomo fragile, che ha sbagliato a non confidare nel Signore.
Benché Pietro ci possa apparire come un uomo che più volte cade, il progetto di Gesù di affidare a lui la Chiesa non cambia. Gesù, infatti, ha visto in quell’uomo una grande forza, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, quando con fermezza Pietro difende la sua fede, anche quando comporta sacrificio, fino alla flagellazione. Pietro si è ravveduto dei suoi inciampi e si è abbandonato del tutto all’amore di Gesù. Forgiato dai suoi errori, ha alzato lo sguardo verso il Signore per andare avanti.
AVVISI
Domenica 4 maggio – Pellegrinaggio diocesano della Versilia alla Cattedrale di Lucca (vedi locandina).
Lunedì 5 – a Massarosa alle 18 Messa per i confratelli defunti della Compagnia del Carmine e di S. Rocco.
Martedì 6 – alle 21 in Canonica, incontro sulla parola di Dio della domenica.
Alle 21 a Massarosa riunione per i tappeti del Corpus Domini.
Mercoledì 7 – alle 21 a Massarosa riunione dei genitori della 3a elementare.
Giovedì 8 – Alle 18 a Bozzano formazione per gli animatori del Grest
Alle 21 a Quiesa nei locali parrocchiali incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Sabato 10 – A Quiesa in occasione della festa della mamma, sarà possibile acquistare un dolce preparato dal gruppo missionario alla fine della S. Messa.
Dalle 15 a Bozzano Festa di primavera.
A Massaciuccoli festa della Madonna del Carmine alle 20,30 Messa e a seguire processione.
Domenica 11 – alla messa delle 11 a Massarosa benedizione delle mamme in attesa e alle neo mamme.
A Massaciuccoli non c’è la messa delle ore 9 e alle 16 Benedizione dei barchini.
Dalle ore 10 a Bicchio ritiro per la 1a Comunione.
Giovedì 12 giugno – Pellegrinaggio a Roma in treno. La quota di partecipazione (treno e pranzo) è di € 90,00. vedi locandina.
ROSARIO DEL MESE DI MAGGIO
A Massarosa tutti i giorni alle 17,30 in cappellina.
A Gualdo Mercoledì 7 alle 21
A Quiesa non sarà celebrata la S. Messa feriale, ma sarà recitato S. Rosario dal lunedì al venerdì alle ore 20.30, mentre sabato e domenica alle ore 17.20 prima della S. Messa.
2025 4 maggio – clicca sopra per il foglietto in formato pdf
3^Domenica di Pasqua anno c
Siamo nel tempo di Pasqua e la Chiesa è inondata di gioia e di stupore per questi cinquanta giorni in cui Gesù si manifesta come il Risorto ai suoi discepoli prima della sua ascensione al cielo.
Anche le letture di questa domenica , tutte del nuovo testamento , ribadiscono come la morte e resurrezione di Gesù non è un racconto, una narrazione epica ma è vita vera, esperienza diretta vissuta dai suoi apostoli che lo hanno seguito nei tre anni di vita pubblica .
Nella prima lettura Pietro e gli altri si gloriano di essere sferzati dalla flagellazione per aver predicato nel nome di Gesù, come Lui aveva preannunciato nel discorso della montagna “ ..beati voi quando vi insulteranno e diranno ogni male di voi per causa mia..”
Il libro dell’Apocalisse riporta ancora la visione di Giovanni che vede l’Agnello immolato degno di ogni magnificenza e potenza perché così si realizza la Gloria della Croce : là dove il Figlio di Dio sperimenta la vergogna di una morte ignominiosa, come l’Agnello immolato per la salvezza degli ebrei, proprio là sulla croce Dio lo glorifica per la sua obbedienza e il suo abbandono nel sacrifico supremo che porta la salvezza di tutti gli uomini.
Il Vangelo ci consegna una serie di eventi reali e simbolici per una lettura spirituale .
Alcuni apostoli che Gesù aveva chiamato perché lo seguissero , dopo la morte ritornano a fare i pescatori in Galilea , dove tutto era cominciato.E propio lì Gesù li aspetta, come aveva detto alle donne …La pesca notturna non è fruttuosa, e al ritorno sulla riva li aspetta il Signore che li invita a gettare le reti di nuovo e questa volta pescano una grande quantità di pesci.Secondo la tradizione ebraica il numero 153 indicava tutte le varietà di specie e dunque la rete è strapiena ma non si strappa. Ancora non lo sanno, non lo riconoscono come è successo a Maria Maddalena e ai discepoli di Emmaus ..solo Giovanni, il discepolo amato , esclama “è il Signore”., così come quando è arrivato al sepolcro e ha visto le bende e il sudario, ha creduto alla resurrezione.Giovanni ha lo slancio, sa che è Lui perché Gesù si manifesta a coloro che lo amano . È una sensazione intima che si prova nei confronti della persona che amiamo: sentiamo una empatia, una concordanza , una vicinanza affettiva anche nella lontananza. Giovanni lo riconosce invece Pietro che è istintivo, si tuffa per andargli subito incontro mentre gli altri si avvicinano con la barca.
Poi c’è tutto il dialogo tra Gesù e Pietro.Tre volte lo ha rinnegato e tre volte Gesù gli chiede conferma del suo amore.Però Pietro risponde con un alto verbo: infatti non dice” sì ti amo” , ma “ti voglio bene “.Il primo apostolo che Gesù consacra come il suo vicario, il primo Papa, è un uomo che ha conosciuto i suoi limiti, ha tradito Gesù quando aveva giurato che non lo avrebbe mai abbandonato, e anche adesso risponde come sa …eppure Gesù gli affida il suo gregge, pasci le mie pecore e i miei agnelli…. soprattutto gli dice “seguimi”.
E così farà Pietro..lo seguirà fino a Roma dove troverà il martirio.
Questa brano di Giovanni cap. 21, 1-19 l’ha scelto Papa Francesco per il suo funerale: anche lui come l’apostolo si è preso cura delle sue pecore non tralasciando nessuno ed è proprio l’immagine scolpita sulla croce d’argento che il Papa ha sempre portato al collo e che ha voluto come unico simbolo sulla sua tomba .