COMMENTO AL VANGELO SANTA FAMIGLIA
Nella solennità della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, il brano del Vangelo secondo Luca ci presenta un Gesù adolescente, un ragazzo di dodici anni, un’età a cavallo fra l’infanzia e l’età adulta.
Secondo la tradizione ebraica, Gesù si reca con la famiglia a Gerusalemme in occasione della Pasqua, ma, venuto il momento di ripartire, accade un episodio che crea scompiglio. I genitori, Maria e Giuseppe, smarriscono Gesù. Devono passare tre lunghi giorni prima che lo ritrovino al tempio. Possiamo immaginare che quei tre giorni siano stati segnati dall’ansia e dalla preoccupazione per quei genitori. Quando, però, finalmente, ritrovano il figlio, la risposta che ricevono da lui non è senz’altro quella che si aspettavano: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. È un interrogativo che non comprendono, è troppo grande. Non per questo, tuttavia, creano divisioni con il figlio. Maria e Giuseppe sono persone che hanno compiuto grandi scelte dettate dalla loro fede in Dio e si affidano a Lui anche in questa circostanza. Di Maria, in particolare, l’evangelista ci dice che “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”.
A sua volta, Gesù è consapevole di ciò che dovrà affrontare, ma allo stesso tempo sa anche che non è ancora giunto il momento. Perciò egli ritorna con la famiglia a Nazaret: ha bisogno di fare esperienza di una famiglia umana per vivere appieno la sua vita terrena e partecipare delle gioie e delle sofferenze degli uomini. È infatti all’interno del contesto familiare che Gesù matura, crescendo non soltanto in età, ma soprattutto in sapienza e grazia.
L’esempio della Santa famiglia ci ricorda, quindi, come coesistano al suo interno l’aspetto divino e quello umano, che si fondono insieme nell’amore.
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Articolo tratto dal quotidiano ‘La Repubblica’ – 23 Dicembre 2024
di Enzo Bianchi
Siamo alla vigilia della festa del Natale, da sempre sentita come festa capace di suscitare incontri, festa in cui si condivide la tavola, si sta insieme a quelli che si amano. Eppure, va anche riconosciuto, è festa sempre meno cristiana, per pochi è ancora memoria di un Dio che ha voluto diventare uomo nascendo da una donna in una capanna nella campagna di Betlemme. Sono i cristiani stessi che l’hanno paganizzata, permettendo che le si associassero contenuti anche buoni provenienti dalla mondanità, perché la loro fede è sempre più debole: così si è lasciato posto al sentimentalismo, al folklore, alla favola.
I bambini crescono senza un’educazione a cogliere nell’evento natalizio la povertà, la debolezza di un Dio che vuole stare con noi, Immanu-el; piuttosto il Natale è diventato l’occasione per scambiarsi doni, esporre luci scintillanti nelle case e per le strade, fare vacanze in montagna.
E comunque pochi sentono la contraddizione tra ciò che si celebra e la verità di quello che stiamo vivendo nell’attuale momento storico: una guerra che continua nell’Europa orientale tra due popoli fratelli; una carneficina che si consuma e pesa, con donne e bambini innocenti inconsapevoli del perché di tanta barbarie scatenata da Israele; una endemica sepoltura di corpi di migranti nel centro del Mediterraneo.
Che sguardo abbiamo su questa realtà? Perché ci voltiamo dall’altra parte per non sentirci disturbati da un’azione mortifera nella quale noi occidentali siamo implicati responsabilmente?
Eppure il messaggio di questa festa è chiaro: una famiglia irregolare e anomala, Maria che risulta come una ragazza madre che aspetta un bambino nella speranza che il suo sposo, Giuseppe, lo riconosca come figlio secondo la legge. Non trovano posto nel caravanserraglio mentre sono in viaggio alla volta di Betlemme, e così in una grotta, come una partoriente clandestina, Maria dà alla luce il neonato in una mangiatoia. Questo bambino nasce come ciascuno di noi è nato: non fa miracoli, né si compiono eventi straordinari attorno a lui. Grida, piange, si attacca al seno di sua madre. E qui il vero cristiano fa silenzio e adora perché è convinto che quel bambino è Dio, il suo Dio, il nostro Dio che si è fatto umanissimo per camminare con noi, piangere con noi, soffrire con noi senza mai abbandonarci, neanche nell’ora della morte, quando ci prenderà tra le sue braccia. Questa è la fede scandalosa, come sarà scandalosa la morte in croce di questo Gesù appeso al legno, nudo, maledetto da Dio e dagli uomini, compagno di chi scende all’inferno.
Celebrare il Natale è una cosa seria e sarebbe l’occasione per i veri cristiani, senza sentirsi migliori e senza prendere le distanze dagli altri, di mostrare la differenza cristiana, che consiste semplicemente nella speranza che questo uomo nato a Betlemme e morto a Gerusalemme ci farà transitare oltre la morte.
Ma chi si dice cristiano, e lo proclama (e sarebbe meglio non dirlo mai a voce alta o in campagne pubblicitarie), e non ha capito che questa festa ci impegna alla compassione umana, alla pietà, alla responsabilità verso chi è nel bisogno o addirittura soccombe e muore, costui anche se è assolto dalla giustizia umana deve ricordare che Natale è un giudizio divino su ciascuno di noi e sulle nostre scelte di oggi. Non si può andare al presepe, chiedere che si faccia anche in luoghi pubblici e alzare barriere, muri che escludono. Questa è cattiveria che il messaggio di Natale giudica!
Avvisi
Sabato 28 e Domenica 29 – Festa della Santa Famiglia. L’orario delle messe è quello festivo.
Martedì 31 – le messe hanno orario prefestivo. Nel pomeriggio messa vespertina della SS.ma Madre di Dio a Massarosa alle 18, a Quiesa alle 18 e a Bozzano alle 18,30.
Mercoledì 1 gennaio – Solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio – Le messe hanno l’orario consueto della domenica.
Sabato 4 e Domenica 5 gennaio – l’orario delle messe è quello consueto delle domeniche. Nel pomeriggio di domenica 5 gennaio non c’è la messa prefestiva dell’Epifania né a Massarosa né a Bozzano.
Lunedì 6 – solennità dell’Epifania. Le messe hanno l’orario festivo. Nel pomeriggio a Massarosa presso la chiesa festa della Befana.
Venerdì 10 – alle ore 21 al Don Bosco inizia il corso fidanzati.
2024 29 dicembre – clicca sopra per leggere il foglietto della domenica in formato pdf