COMMENTO AL VANGELO IV DOMENICA DI AVVENTO
Il brano del Vangelo della quarta ed ultima domenica d’Avvento ha come protagoniste due donne: Maria ed Elisabetta. Vivono una condizione simile, essendo incinte grazie all’intervento di Dio. Inoltre, entrambe sono accomunate da una grande fede in ciò che Dio ha disposto per loro, per quanto sfuggisse alla logica umana.
Maria, dopo aver ricevuto l’annunciazione da parte dell’angelo Gabriele, si reca in fretta da Elisabetta, sua parente, spinta dalla gioia che quell’incontro con Dio le ha dato. Maria con grande fede ha accettato il progetto che Dio aveva per lei: il suo sì ha permesso che Gesù, Dio fatto uomo, potesse nascere sulla terra per portarci la salvezza.
Lo Spirito Santo di cui Maria è ricolma si propaga anche ad Elisabetta e al bambino che porta in grembo, non appena Maria la saluta. Elisabetta, avendo un cuore aperto e accogliente, lascia operare in lei lo Spirito e riesce, così, ad intuire la grandezza del disegno di Dio, che si potrà attuare grazie a Maria. Per questo chiama Maria “benedetta”, con quelle parole che ripetiamo recitando l’Ave Maria. Non solo: Elisabetta riconosce Maria come “madre del mio Signore”, madre del Salvatore. Anche Giovanni, fin dal grembo materno, percepisce e indica la grande figura di Gesù e sussulta di gioia.
Maria è chiamata anche “beata” da Elisabetta, perché ha avuto fede e ha creduto nella promessa fattale da Dio. Ha accettato di essere la serva di Dio e di compiere la Sua volontà, nonostante andasse oltre la comprensione umana.
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Lavoro del Laboratorio di Narrazione guidata in gruppo, Centro Diurno ‘Don Amedeo Chicca’ Dicembre 2024
STORIA DI NATALE UN SOLDATO INNAMORATO
Siamo negli anni Quaranta, nella campagna delle Langhe piemontesi, in provincia di Cuneo. La nostra protagonista si chiama Annamaria, una giovane donna di vent’anni, brava, educata, di origini umili ma che ha studiato in collegio dalle suore. E’ molto dolce. Ha capelli castani raccolti in una coda, gli occhi marroni. Indossa spesso una gonna scozzese lunga fin sotto al ginocchio. Annamaria vive in campagna con sua sorella Elena finché entrambe non trovano lavoro a Torino dove decidono di trasferirsi per entrare a fare le donne di servizio nella villa di un famoso avvocato della città. Nello stesso periodo, sempre in campagna, ma molti chilometri più distante, in provincia di Palermo, c’è un luogo chiamato Càssero. Qui vive Giuseppe, un giovane contadino di ventidue anni. Moro, alto, snello, occhi scuri, con una cavalla bianca di nome Nina. Giuseppe è dolce ed energico. Per vivere coltiva e vende frutta e verdura dei suoi campi: arance, mandarini, limoni, mandorle, olive e le uova delle sue galline ovaiole. E un contadino molto conosciuto e benvoluto in paese ed è anche abbastanza istruito per l’epoca. I suoi genitori sono un po’ anziani e vivono con lui. Pensando al proprio futuro e a metter su famiglia, Giuseppe decide di trasferirsi nel Nord Italia per cercare lavoro nelle fabbriche. Con una valigia di cartone, cambiando diversi treni, arriva a Torino nell’estate del 1942, ospite del suo caro amico Andrea che lavora come operaio alla FIAT. Trascorse alcune settimane, Giuseppe riceve una lettera dal Governo italiano. Non vorrebbe aprirla perché teme di sapere già il contenuto: il richiamo alla guerra.
Nel giro di un paio di settimane Giuseppe è pronto per lasciare Torino, il nuovo lavoro trovato alla FIAT, l’amico Andrea e sua moglie Elisa che è in dolce attesa. Deve partire per il fronte. Andrea invece non è stato richiamato in quanto, dopo essersi Infortunato sul lavoro, ha perduto l’uso di un dito della mano destra. La sera prima della partenza, Andrea ed Elisa decidono di organizzare per Giuseppe una piccola festa Invitando nel piccolo appartamento alcuni amici, tra cui le cugine di Elisa. Sono proprio le sorelle Annamaria ed Elena, che dalla campagna si sono trasferite a Torino come donne di servizio! In onore di Giuseppe, Elisa prepara un’ottima cena con ricette siciliane: pasta alla Norma e cannoli con la ricotta. Giuseppe non arriva certo a mani vuote, ma porta con sé una bottiglia di spumante. Si sente un po’ triste e preoccupato per l’imminente partenza ma, non appena gli viene aperta la porta e incontra lo sguardo della dolce Annamaria, rimane folgorato. Con calore le stringe la mano, si presenta. Un’emozione grande, improvvisa, Io avvolge: s’innamora all’istante di quella ragazza e non sa ancora che Io stesso sta accadendo a lei. La serata trascorre in allegria, tra buon cibo e musica, grazie all’organetto.
Quando arriva il momento dei saluti, Giuseppe e Annamaria sono molto emozionati. Hanno ballato insieme tutta la sera. Fuori dall’appartamento, prima di congedarsi, Giuseppe chiede un bacio ad Annamaria. Lei accetta. Dopo un lungo e commosso abbraccio, i due si salutano. Si ripromettono di scriversi quanto prima, e in cuor loro sperano che la guerra finisca presto per potersi ritrovare. Un augurio di Buone Feste a tutti voi!
s. Messe Natale 2024
VEGLIA DI NATALE
18,30 – Bozzano
21 – Piano del Quercione
21 – Pieve a Elici
22 – Quiesa
23 – Massarosa
GIORNO DI NATALE
Ore 8 – Massarosa
Ore 9 – Massaciuccoli
Ore 9,30 – Piano del Quercione
Ore 10 – Gualdo e Montigiano
Ore 11 – Massarosa e Bozzano
Ore 11,30 – Pieve a Elici
Ore 18 – Quiesa ( con il Vescovo Paolo)
Giovedì 26 e Venerdì 27 a Massarosa alle ore 18 Messa e a seguire adorazione fino alle 19,30 che terminerà con la benedizione eucaristica.
Sabato 28 e Domenica 29 – Festa della Santa Famiglia. L’orario delle messe è quello festivo.
Martedì 31 – le messe hanno orario prefestivo. Nel pomeriggio messa vespertina della SS.ma Madre di Dio a Massarosa alle 18, a Quiesa alle 18 e a Bozzano alle 18,30.
Mercoledì 1 gennaio – Solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio – Le messe hanno l’orario consueto della domenica.
2024 22 dicembre – clicca sopra per leggere il foglietto della domenica in formato pdf
4^ domenica di avvento
Siamo ormai vicini alla promessa che ci è stata annunciata , dalla terra di Giuda, un terra anonima e lontana dalla grande Gerusalemme , ebbene proprio da Betlemme di Efrata giungerà la Salvezza, un bambino nascerà dalla stirpe di Davide perché qui l’umile pastore divenuto poi il prescelto da Dio darà origine alla sua stirpe che si realizzerà sul piano umano con la nascita di Giuseppe, il promesso sposo di Maria.
Ma come sono ricche e piene di annuncio di gioia e speranza tutte le letture che la chiesa ci fa proclamare in questa domenica .
Il Vangelo di Luca si apre con il racconto di Maria che ha saputo della sua parente Elisabetta, anziana e in stato di gravidanza e subito, premurosa, si mette in viaggio per andare ad aiutala. Maria è già ripiena di Spirito Santo, il bambino è già concepito e questo andare a portare aiuto mi fa pensare che con Gesù accanto non possiamo rimanere chiusi in noi stessi ma è Lui, è lo Spirito che ci spinge a gesti di solidarietà, e di amore . Mi rimbalzano alla mente le parole di S.Paolo che nelle Lettere alle sue comunità dice testualmente “ Il frutto dello Spirito.. è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.”
Come l’Angelo ha salutato Maria così anche lei saluta Elisabetta sicuramente con lo “Shalom” che ancora oggi è in uso .Eppure in quello scambio di parole avviene già un primo riconoscimento della “ piena di grazia “da parte del bambino, tanto che Elisabetta sente un sussulto, il verbo usato è salto, balzo, tripudio, che ritroviamo poche volte nella Bibbia a proposito dei gemelli” Esaù e Giacobbe che si urtavano nel seno di Rebecca” , oppure nel salmo “ le montagne saltelleranno come arieti, “ gli animali scalpitanti per la liberazione dall’Egitto” in tutti questi riferimenti delle Scritture il contesto è quello di sussultare di gioia e così anche Giovanni nel seno di Elisabetta si fa sentire .Troviamo qui l’ espressione che ripetiamo nell’Ave Maria …”Benedetta tu fra le donne e Benedetto il frutto del tuo grembo” é la prima rilevazione messianica , cosa spinge Elisabetta a riconoscere “ La madre del mio Signore “ se non lo Spirito Santo ? In tal modo Elisabetta e Giovanni nel suo seno sono ripieni di questa letizia ed esultanza che si esprime con segni esterni: nel figlio con il sussultare nel grembo e nella madre con il saluto espresso in un grido grande. Non è più il tempo dell’attesa ma della fede. E Maria nella sua piccolezza è proprio l’esempio della fiducia , della fede assoluta in una Parola annunciata e poi discesa nel suo ventre .
Come non trovare corrispondenza profonda con le parole che Gesù ci dice nella seconda lettura “Tu non hai voluto né sacrifici né offerte, un corpo mi hai preparato “..ecco io vengo per fare la tua volontà”
La volontà di Gesù, fattosi obbediente fino alla morte di croce (cfr. Fil 2,8), è il principio della nostra salvezza e santificazione . E tutto grazie a Maria che con il suo eccomi , sia fatto di me secondo la Tua Parola, ci ha dato il più grande dono, il Figlio di Dio, venuto a portarci la sua Gioia e la sua Speranza .
In questo anno del Giubileo la Porta Santa che Papa Francesco aprirà la notte di Natale sia per tutti noi il segno della Porta del cielo che viene aperta su questo mondo ferito e devastato da ingiustizie e violenze, schiavizzato dal peccato .. ma Gesù viene nel bambino di Betlemme a rinnovare per noi che abbiamo fede la promessa di sconfiggere il peccato e portarci la salvezza e la gioia eterna.