E’ Domenica (18-07-2021) – XVI domenica del tempo ordinario anno b

COMMENTO AL VANGELO XVI DOMENICA T.O.

Nella XVI domenica del Tempo Ordinario, il brano del Vangelo secondo Marco ci narra il ritorno degli apostoli dalla loro missione. Domenica scorsa avevamo, infatti, ascoltato come Gesù li avesse inviati per la prima volta ad insegnare e portare il suo messaggio. Il termine stesso con cui l’evangelista designa queste persone, “apostoli”, è significativo, perché vuol dire “inviati”, mandati ad essere testimoni del Signore nel mondo.
Al loro ritorno da Gesù, gli apostoli sentono il desiderio di condividere la loro esperienza, di mettere a disposizione di tutti il proprio operato, affinché ciascuno ne sia arricchito.
La missione ha anche stancato gli apostoli, tanto che Gesù li invita a fermarsi per un momento di riposo e di riflessione, in un luogo deserto. È necessario, infatti, anche questo momento di pausa, di tempo per interiorizzare le esperienze vissute. Il riposo non è, quindi, semplice ozio, ma è un tempo costruttivo, che dà l’occasione di fare il punto della situazione per poter ripartire con rinnovata energia.
Tuttavia, mentre Gesù e gli apostoli si avviano in barca verso un luogo solitario, la folla li precede a piedi. Questo loro ardente desiderio di avere un maestro, una guida che sia loro di esempio e di stimolo, porta Gesù a provare compassione. Egli si fa vicino alle loro preoccupazioni e percepisce che nei loro cuori c’è un senso di smarrimento, “come pecore che non hanno pastore”.
La vicinanza di Gesù, quindi, nasce da una nostra ricerca di Lui, che sicuramente si fa trovare se lo cerchiamo con cuore sincero. Non solo, la sua vicinanza è compassione: Egli è insieme a noi, partecipe delle nostre sofferenze e delle nostre gioie. Se, dunque, ci mettiamo alla Sua ricerca e siamo desiderosi di avere un dialogo con Lui, il Signore ci sarà vicino, come lo è stato Gesù con le folle che lo seguivano.

TRACCE DI VIAGGIO IN CONGO (RDC)


Nella cartina la zona a diversi colori è la Repubblica Democratica del Congo (RDC) da non confondersi con il Congo, lo staterello piccolino lato sinistro.

Era dall’anno scorso, quando già avevo prenotato il biglietto (prima del Covid), che aspettavamo questo viaggio; non vi nego che la realtà un po’ mi intimoriva anche perché lo stesso mio dottore mi aveva detto ‘io non ti consiglierei il viaggio’ ma -vedendomi deciso – aveva poi continuato aggiungendo ‘ fai però tutti i vaccini prima di partire’ cosa che ho fatto e che ha permesso questo viaggio, grazie anche ai molti che hanno sostenuto le varie spese (non poche) e le donazioni che puntualmente ho consegnato.
Viaggio di andata e ritorno in aereo, scalo intermedio ad Addis Ababa in Etiopia e poi arrivo in Congo a Goma. Lì ci hanno accolto una comunità delle nostre suore il 29 giugno, giorno del mio anniversario di ordinazione e ho celebrato Messa con le nostre suore prima di cena. Poi a letto e al mattino sveglia presto per attraversare il lago (sembra un mare) Kivu e dopo circa 6 ore di traversata arrivo a Bukavu città sede anche arcivescovile di Mons. Francesco Saverio. Lì al porto, ci aspettava la Madre Generale e la madre vicaria e con loro abbiamo condiviso il pranzo in una delle comunità delle suore, collegata alla scuola di centinaia di ragazzi che le stesse suore gestiscono direttamente (come del resto anche a Goma). Sinforosa e Claudine le ho viste molto serene e rilassate e la Madre ci ha detto che il giorno dopo ci portava all’inaugurazione della nuova casa della comunità a Nyangezi il paese natale di Sr. Claudine. Così il Signore ha fatto anche a lei un prezioso regalo ed io ho avuto modo di conoscere la sua mamma e due delle sue sorelle. Poi il ritorno a Bukavu, ma solo di passaggio perché la meta dei miei giorni era Katana il villaggio ( di migliaia di abitanti) a circa due ore di auto da Bukavu dove c’è la Casa Madre delle nostre suore e diverse loro comunità, compreso la comunità dell’orfanotrofio: è un po’ distante tutto ciò dal centro del villaggio ma ho trovato un luogo veramente benedetto da Dio. Ho visitato il centro delle nostre suore da cui tutte sono partite, le bellissime comunità dove le anziane convivono con le giovani suore e poi la realtà dell’orfanotrofio. Un pomeriggio sono stato con gli orfani, dapprima un po’ timorosi nel vedermi, ma poi è stato un avvicinarci a vicenda, fino a quando ho preso due piccoli in braccio che si sono addormentati nel giro di pochi minuti. Allora ho avuto tutti addosso e mentre mi toccavano facevano i canti di chiesa in italiano che noi conosciamo, e dopo una breve merenda di nuovo a cantare e sorridere in una semplice festa. Ho passato due ore circa con loro e mi hanno fatto una bella lezione di vita cristiana. Non soltanto i canti in italiano, ma ogni giorno recitano tutti insieme il rosario in italiano e anche alla sera prima di cena hanno un momento di preghiera insieme. I più grandi di questi (11-12 anni) guardano i più piccoli e sono attenti affinché non si facciano male. Sì, ho trovato una certosa come a Lucca, di bambini (circa 30), ma fatta di grande semplicità e purezza, una città benedetta da Dio che nasconde i suoi tesori più belli nel fango di strade impraticabili.
A Katana, ho passato tutta la settimana con Suor Sinforosa, mentre suor Claudine ha avuto il permesso dalla Madre Generale di trascorrere una settimana a casa sua. I giorni sono passati in mezzo al riposo e a pochi spostamenti, stancanti del resto, perché le strade non sono asfaltate, in più piene di buche e il viaggiare è uno stress notevole. Ho fatto alcune foto del paesaggio e del caotico movimento di persone nelle città e nei villaggi. Una marea di ragazzi e giovani che non avevo mai visto, mi ha impressionato e nonostante la povertà che si tocca e si vede, ho visto una gioia e una speranza che non si vede nelle città affollate dei nostri paesi piene di rumore e di sospetto.
La vita che ho visto dal finestrino del fuoristrada senza fermarmi tanto, anche se a pezzi, è stata chiara e non mi ha permesso di scattare fotografie ( lascio ad altri servizi televisivi senza pudore immagini per raccogliere le offerte della gente): bimbi seduti al mattino (verso le 6) fuori le capanne insieme o da soli che giocano con la terra e con il poco che hanno, questo ho ancora davanti agli occhi.
Poi il ritorno, da Katana a Bukavu, un saluto alla famiglia di Sinforosa al completo, e poi il traghetto per Goma lunedì 12 luglio, l’aereo e l’arrivo martedì 13 a Roma Fiumicino dove il nostro Alessandro di Bozzano (che già ci aveva portato a Roma e che ringrazio) ci ha ripreso alle 5 del mattino per tornare a Massarosa.
Dimenticavo di dirvi una cosa: prima di partire per il viaggio di ritorno, le suore mi hanno organizzato una piccola cena di ringraziamento nella foresteria dove ho soggiornato, ed erano presenti anche 5 ragazzi dell’orfanotrofio che all’ora di cena non vedevo. Ho chiesto alle suore che mi hanno risposto : ‘ i ragazzi sono in cappellina per pregare con il rosario affinché il tuo viaggio di ritorno sia sicuro’.  Basta questo per dire tante cose e mentre il Congo viene sfruttato nelle sue immense miniere ricche di oro, diamanti e di tutti i metalli più preziosi, io con il Signore ho trovato una miniera piena di candore, di grazia e di benedizione di Dio. Spero di tornare in quei luoghi (mal d’Africa ?), lo sa il Signore, ma spero pure che altri possano vivere la mia esperienza molto bella andando senza pensare di donare qualcosa, ma aperti a ricevere i regali di Dio.
                                                                                      Grazie al Signore e anche a tutti voi.
                                                                                                                        D. Michelangelo

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