E’ Domenica (14-05-2023) – 6a Domenica di Pasqua anno a

COMMENTO AL VANGELO – VI DOMENICA DI PASQUA

Nella VI domenica del tempo di Pasqua, il brano del Vangelo secondo Giovanni ci propone uno degli ultimi discorsi della vita terrena di Gesù, prima del suo sacrificio per la nostra salvezza. Il termine della vita terrena di Gesù, tuttavia, non coincide con un suo abbandono. Anzi, egli rassicura i discepoli, dicendo loro che non saranno mai soli. L’amore per il Padre e l’ascolto della Parola mettono in stretto contatto l’uomo con Dio, cosicché Egli prenda dimora in chi è disposto a mettere in pratica i suoi insegnamenti. I discepoli, dunque, e come loro noi cristiani, non sono certamente orfani, poiché il Padre è sempre presente e si prende cura di loro. Non solo: Gesù promette ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, un Paraclito, cioè un consolatore. Esso ci dà la forza di seguire la legge dell’amore e ci rende testimoni credibili di Cristo. Lasciando operare in noi lo Spirito che Dio ci dona, possiamo essere suoi veri discepoli.
Non c’è motivo, dunque, di temere che il Signore sia lontano da noi, perché Egli è sempre presente. Siamo noi, piuttosto, che non ci lasciamo conquistare dalla sua Parola e che, quindi, non riusciamo a percepire il fatto che Dio possa abitare dentro ciascuno di noi, se lo vogliamo. Gesù, nel brano del Vangelo, usa il verbo “accogliere” in riferimento ai comandamenti, per indicarci come la Parola debba essere interiorizzata e fatta nostra. Infatti, coloro che accolgono e osservano i comandamenti – prosegue Gesù – sono quelli che lo amano e che, tramite l’amore per Dio, si fanno portatori di amore anche ai fratelli. Lasciamo, quindi, che la pace che Gesù ci ha lasciato ci pervada e ci plasmi, rendendoci saldi nella fede e capaci di trasformare in opere concrete gli insegnamenti del Vangelo.

6a domenica di Pasqua anno a – clicca sopra per leggere la Parola di Dio della domenica

Il rapporto tra Sacro e fede Cristiana -4

Se è vero che non dobbiamo salire al tempio di Gerusalemme per avere un rapporto salvifico con il Signore, se è vero che Dio è presente nelle profondità del cuore del cristiano, nell’intimo della sua coscienza, resta altrettanto vero che noi abbiamo bisogno dii determinate condizioni per vivere la nostra fede. La fede necessita della religione; certo la fede ha il primato, ma la religione ha la sua ragion d’essere, cioè i riti e determinate condizioni non sono di poco conto per favorire la relazione con Dio. La religione è a servizio della fede che non le permette di essere inquinata e da mezzo, strumento, diventare fine. Nel culto il grande rischio è sempre quello denunciato dai profeti: passare dal servizio di Dio al servizio dell’altare!
Il cristiano dunque sceglie uno spazio per ritrovarsi con i fratelli e confessare la fede (culto) e a celebrare l’eucarestia. Riconosce che uno spazio come ad esempio una chiesa, gli consente raccoglimento, silenzio, ma sa che può incontrare il Signore anche nel segreto della propria camera, nel deserto o di fronte al mare! Nessun luogo è sacro, non ci sono luoghi più adatti di altri per chi vuole andare verso sé stesso e ascoltare la voce del Signore che parla. Così è per il tempo: quando fissiamo un tempo di conversione (la Quaresima) o un tempo in cui esercitarsi nell’attesa del Signore che viene (Avvento), noi non viviamo tempi sacri ma facciamo che il tempo sia al nostro servizio, al servizio della nostra fede che ha necessità di essere vissuta nel tempo e nello spazio.
Per questo fin dalle origini della Chiesa sono apparsi alcuni riti, necessari a chi appartiene al popolo di Dio per la manifestazione, l’epifania della comunione. Il battesimo, l’Eucarestia, l’imposizione delle mani sono riti che sempre hanno accompagnato i cristiani. Senza segni, senza dire uno all’altro la nostra fede, non è possibile per noi essere discepoli di Gesù.
La ritualità però rischia di essere ambigua, o addirittura falsa e ipocrita, come denunciavano i profeti; se non è accompagnata dalla verità e dalla concretezza della realizzazione nella vita diventa ‘abominio, delitto e solennità’ (cf Isaia 1,13): liturgia grandiosa, magari faraonica, ma pure scena religiosa mondana. Sollecitudine per la liturgia sì, sollecitudine per il sacro no!

AVVISI
Domenica 14 – al termine delle messe di Massarosa benedizione alle mamme in attesa e alle neomamme.
Lunedì 15 – dalle 18,30 alle 21,30 a Massarosa Confessioni per i genitori della prima Comunione.
Alle 21 a Massarosa riunione per preparare i tappeti per la festa del Corpus Domini.
Martedì 16 – alle 21 in canonica incontro sulla parola di Dio della domenica.
Mercoledì 17 – dalle 19 alle 22,30 agli Sterpeti formazione animatori Grest
Giovedì 18 – dalle 15,30 alle 17,30 a Bozzano Oratorio
alle 20,30 in chiesa a Massarosa prova dei canti di prima Comunione.
Sabato 20 – alle 10 agli Sterpeti primo incontro di catechismo per i bimbi della 1a elementare. Portare la merenda.
alle 19 s. Messa a Montigiano
Domenica 21 – alle 11 a Massarosa s. Messa di prima Comunione
Lunedì 22 – alle 20,30 alla cappellina della Polla del Morto bassa, recita del rosario e a seguire s. Messa nella memoria di Santa Rita da Cascia.
Sabato 27 – nell’oratorio a Bozzano festa dello Spirito Santo ore 17-21

Dal 1° maggio alle 21 in casa di Felice Pellegrini in v. Fontana 138 a Bozzano recita quotidiana del rosario.

– Ogni mercoledì del mese di Maggio a Gualdo alle 21, rosario in vari luoghi del paese. Per informazioni sentire Angela 3455280158

– Nel mese di maggio tutte le sere (esclusa la domenica) alle 21 in casa di Annamaria davanti alla chiesa di S. Rocco a Massarosa, recita del rosario.

14 maggio 2023 – clicca sopra per leggere il foglietto della domenica in formato pdf

One Reply to “E’ Domenica (14-05-2023) – 6a Domenica di Pasqua anno a”

  1. Riccardo Pellegrineschi

    Spirito Santo, Forza buona e immensa che il Padre ci ha messo a disposizione, Forza che è sempre pronta a farsi accogliere da noi.
    Ma soprattutto una Forza che vedo come Luce d’Amore, una Luce dorata immensa e non definibile con parole umane, la Luce che trasforma e cambia qualsiasi cosa o persona che illumina.
    Infatti il Pietro di ora non sembra avere più nulla a che fare con quello che ha rinnegato tre volte il Signore……e Filippo ?
    Filippo ora non ha più bisogno che gli venga mostrato subito il Padre, come aveva chiesto a Gesù, a mo’ di segno di conferma, perché egli stesso è ora un Segno del Signore che manifesta questa suo stato di grazia scacciando gli spiriti impuri e guarendo.
    Forse quando preghiamo non dovremmo dimenticare di chiedere che il nostro cuore sia sempre pronto a riconoscere la Voce e la Luce dello Spiirito Santo. .

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