E’ Domenica (12-09-2021) – XXIV domenica del tempo ordinario anno b

COMMENTO AL VANGELO XXIV DOMENICA T.O.

Nella XXIV Domenica del Tempo Ordinario, ascoltiamo, nel brano del Vangelo secondo Marco, come Gesù interroghi i suoi discepoli, chiedendo loro cosa pensano le folle di Lui. La risposta che arriva dai discepoli non scende in profondità, si parla del Battista, di Elia e dei profeti. Allora, Gesù rivolge una seconda domanda, stavolta più personale, più diretta: “voi, chi dite che io sia?”. Non è difficile includere in quel “voi” ciascuno di noi che ascoltiamo queste parole a duemila anni di distanza. Gesù ci interroga, ci chiede che cosa Egli rappresenti per noi, quale rapporto abbiamo con Lui.
Fra i discepoli, si fa avanti Pietro che con fede riconosce Gesù come figlio di Dio, il Cristo. Gesù inizia allora a spiegare ai discepoli come Lui, il Figlio di Dio, dovrà subire sofferenze, patimenti e rifiuti, fino ad arrivare alla morte. All’udire queste parole, Pietro – che poco prima aveva fatto la sua professione di fede – agisce d’istinto, secondo la logica umana: non può accettare che Gesù subisca tutto ciò di cui sta parlando. Come può il Messia cadere così? Pietro, come molti altri, si aspettava un Messia potente, che avrebbe liberato Israele. Cristo, invece, Servo fedele di Dio, porta una nuova prospettiva. Pietro nelle parole di Gesù ha colto soltanto dolore e morte, ma ha trascurato la risurrezione, la salvezza dal peccato, che si realizzerà attraverso la croce. Pensando “secondo gli uomini”, cioè secondo la logica del mondo, Pietro non vede la grandezza del messaggio di Gesù. Ecco perché il Signore lo rimprovera: perché è rimasto legato solo alle cose terrene. Non sono, però, queste ad avere la priorità per Gesù, c’è qualcosa di più importante. La via che ci insegna porta ad una meta più alta e più grande rispetto al mondo. Per seguire questa via, Gesù ci dice di mettersi dietro di Lui, portando la propria croce con fede, espressa con le parole e con le opere.

XXIV domenica del t.o. anno b clicca sopra per leggere la parola di Dio

IN CAMMINO CON  PAPA FRANCESCO -5-

Alla luce dell’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, cerchiamo in questo spazio di affrontare quando possibile alcuni argomenti o temi che possono aiutarci in una riflessione pacata e serena ma utile per il nostro cammino. Riportiamo questa settimana dal capitolo terzo ‘Pensare e generare un mondo aperto” i paragrafi 88,89 e 90.

88. Dall’intimo di ogni cuore, l’amore crea legami e allarga l’esistenza quando fa uscire la persona da sé stessa verso l’altro. Siamo fatti per l’amore e c’è in ognuno di noi «una specie di legge di “estasi”: uscire da se stessi per trovare negli altri un accrescimento di essere». Perciò «in ogni caso l’uomo deve pure decidersi una volta ad uscire d’un balzo da se stesso».
89. D’altra parte, non posso ridurre la mia vita alla relazione con un piccolo gruppo e nemmeno alla mia famiglia, perché è impossibile capire me stesso senza un tessuto più ampio di relazioni: non solo quello attuale ma anche quello che mi precede e che è andato configurandomi nel corso della mia vita. La mia relazione con una persona che stimo non può ignorare che quella persona non vive solo per la sua relazione con me, né io vivo soltanto rapportandomi con lei. La nostra relazione, se è sana e autentica, ci apre agli altri che ci fanno crescere e ci arricchiscono. Il più nobile senso sociale oggi facilmente rimane annullato dietro intimismi egoistici con l’apparenza di relazioni intense. Invece, l’amore che è autentico, che aiuta a crescere, e le forme più nobili di amicizia abitano cuori che si lasciano completare. Il legame di coppia e di amicizia è orientato ad aprire il cuore attorno a sé, a renderci capaci di uscire da noi stessi fino ad accogliere tutti. I gruppi chiusi e le coppie autoreferenziali, che si costituiscono come un “noi” contrapposto al mondo intero, di solito sono forme idealizzate di egoismo e di mera autoprotezione.
90. Non è un caso che molte piccole popolazioni sopravvissute in zone desertiche abbiano sviluppato una generosa capacità di accoglienza nei confronti dei pellegrini di passaggio, dando così un segno esemplare del sacro dovere dell’ospitalità. Lo hanno vissuto anche le comunità monastiche medievali, come si riscontra nella Regola di San Benedetto. Benché potesse disturbare l’ordine e il silenzio dei monasteri, Benedetto esigeva che i poveri e i pellegrini fossero trattati «con tutto il riguardo e la premura possibili». L’ospitalità è un modo concreto di non privarsi di questa sfida e di questo dono che è l’incontro con l’umanità al di là del proprio gruppo. Quelle persone riconoscevano che tutti i valori che potevano coltivare dovevano essere accompagnati da questa capacità di trascendersi in un’apertura agli altri.

                                              Avvisi
Domenica 12 – alle ore 15 Tombola agli Sterpeti.
Martedì 14– alle ore 21 in canonica a Massarosa incontro sulla Parola di Dio della domenica.
Mercoledì 15 – alle ore 21 al Don Bosco incontro di preparazione al Battesimo.
A Bozzano alle ore 21 all’ex asilo, riunione del Comitato della Sagra.
Sabato 18 – a Pieve a Elici alle ore 9 ritiro dei bambini di 5a elementare di Piano del Quercione.
A Massarosa alle ore 10,30 battesimi.
Alle ore 16 a Bozzano ritiro bambini di 5a elementare di Bozzano.
Domenica 19 – Nel pomeriggio a Pieve a Elici battesimi.

ORARIO MESSE
Nell’attesa che Don Dieudonné arrivi in maniera stabile nella nostra Comunità Parrocchiale, ritorniamo da Domenica 12 settembre all’orario consueto delle Celebrazioni e Messe.
Qui a lato gli orari aggiornati per tutte le chiese della Comunità Parrocchiale di Massarosa.

One Reply to “E’ Domenica (12-09-2021) – XXIV domenica del tempo ordinario anno b”

  1. Riccardo

    A volte quando si ama molto può essere necessario ricorrere alla sincerità brutale e totale per farsi capire da chi si ama, per il suo bene.
    E’ quello che succede a Gesù, che lasciate da parte le parabole – forse un po’ troppo edulcorate e troppo “politically correct” per il messaggio che vuole veicolare – va dritto al segno, affinchè tutti capiscano, senza fraintendimenti o equivoci, che seguire il Messia non é facile e presuppone la disponibilità e la volonta a cambiare – forse – totalmente la rotta alla propria vita.
    E Gesù vuole essere onestamente chiaro, fa capire subito che occorre operare nel presente terreno per potersi proiettare verso il futuro celeste ; perche, come riportato anche nelle altre letture di questa domenica, la Fede e le Opere sono un binomio indissolubile

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