E’ Domenica (1-11-2025) – Solennità di Tutti i Santi

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI – COMMENTO AL VANGELO

Nella solennità di Tutti i Santi, la liturgia ci propone come brano del Vangelo quello delle beatitudini, narrato dall’evangelista Matteo.
I nove “Beati” che si susseguono nel discorso fatto da Gesù ai suoi discepoli tracciano per noi un cammino da seguire. I nove comportamenti che vengono enunciati sono un invito che il Signore ci fa per poter progredire nel nostro percorso di fede e maturare come cristiani. Come ci ricorda la parabola dei talenti, infatti, è buona cosa mettere a frutto i doni che il Signore ci ha dato e cercare di migliorarsi, per poter restituire al Signore più di quanto ci ha dato. In questo modo, possiamo tendere allo stile di vita dei Santi, che oggi ricordiamo. La via che ci viene presentata con le beatitudini è, quindi, un incoraggiamento a non distogliere lo sguardo dalla meta che ci attende, di cui dobbiamo rallegrarci ed esultare, poiché si tratta di una grande ricompensa.
La prima beatitudine del discorso di Gesù è quella dei “poveri in spirito”. Non si tratta soltanto di una povertà materiale, bensì di un distacco spirituale dalle cose del mondo. Si tratta, quindi, di orientare la nostra vita secondo una scelta ben precisa, che mira alla sequela di Cristo. Ecco quindi che essere poveri in spirito si può esplicare in molti modi, che trovano l’occasione di concretizzarsi quotidianamente. Dall’umiltà con cui ci poniamo di fronte a Dio e al prossimo, alla testimonianza che possiamo dare della nostra fede anche solo con un gesto: tutto questo può essere “povertà in spirito”, cioè dimostrazione di come la nostra vita abbia un’impronta ben definita, che è quella della fede. La povertà in spirito ci sprona anche a mettere da parte orgoglio ed egoismo, che sono pesanti zavorre per il nostro cuore e ci impediscono di vedere come la nostra vita possa diventare, se lavoriamo su di essa come ci indicano le beatitudini, un capolavoro.

Santi per realizzare il progetto di Dio
Nella solennità dei Santi i credenti possono ravvisare la loro specifica identità: «A immagine del Santo che vi ha chiamati – esorta l’autore della Prima lettera di Pietro riprendendo il Levitico – diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta poiché sta scritto “Siate santi come io sono santo”». Ma chi ci eleva a questo grado di santità se non colui che ci ha fatto conoscere il Padre e intercede per noi il dono dello Spirito Santo? Essere santi è prendere coscienza di essere uniti a Dio come figli amati dal Padre, partecipi del Figlio amato, accolti nella stessa comunione trinitaria. È Cristo “il solo santo” che inaugura la via della santificazione offrendo sé stesso per la Chiesa sua sposa. Arricchita dei suoi doni per attuare il progetto di Dio nella storia, essa annovera nuovi testimoni che ne divengono luminosa profezia. Come già ribadito dal Concilio Vaticano II: «I seguaci di Cristo, chiamati da Dio e giustificati in Gesù Cristo non secondo le loro opere, ma secondo il disegno e la grazia di lui, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi.
Essi devono quindi, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuta» (LG 40). La chiamata universale alla santità nei battezzati, compartecipi della natura stessa di Dio, motiva non solo la specifica missione loro affidata, ma dà risalto all’importanza dell’unzione battesimale che pone in atto e avvia questa dinamica partecipativa in chi la riceve.
Un dato non secondario che dovrebbe far riflettere quei genitori che la demandano a scelte future dei figli o la rigettano quale inutile abilitazione in un mondo sempre più scristianizzato. Il Battesimo ci radica in Cristo e da lì si avvia la nostra santificazione. Come ribadiva un predicatore: la santità come compito procede dalla santità come dono. La comunità ecclesiale cura e valorizza quanto gratuitamente ogni battezzato ha ricevuto da Dio. Il servo di Dio mons. Giaquinta, fondatore nel 1947 del Movimento Pro Sanctitate e fin dal 1957 promotore della Giornata della santificazione universale, vedeva come l’ideale santità fosse alla portata di tutti in un vissuto ordinario: «Un uomo che aderisce alla volontà di Dio a livello di pensiero, di volontà, di cuore, di vita noi lo chiamiamo santo».
(articolo tratto dal foglietto della Domenica).
don Vittorio Stesuri, ssp

AVVISI
A Massarosa da lunedì 3 novembre a venerdì 7 novembre per l’Ottavario dei defunti non c’è la messa vespertina alle 18 ma in Chiesa alle 20 il rosario e alle 20,30 la s. Messa.
Martedì 4 – non c’è l’incontro sulla Parola di Dio a Massarosa.
A Massarosa alle 21 incontro con i genitori di 4a elementare.
Mercoledì 5 – a Montigiano alle 21 riunione per preparare Santa Lucia.
Giovedì 6 – alle 21 a Quiesa nelle sale parrocchiali incontro sulla Parola di Dio della Domenica.
Venerdì 7 – a Quiesa alla Villa Spinola alle 16,30 s. Messa.
Sabato 8 – alle 11 a Massarosa celebrazione del Battesimo.
Nel pomeriggio a Bozzano Festa Padre Damiano e catechismo Medie, poi necci e mondine (vedi locandina in ultima pagina).

Da lunedì 27 alle 20,30 a Bozzano in chiesa ottavario dei defunti.

Per il Centro ‘ti ascolto’ servono latte, tonno, zucchero, passata di pomodoro. Grazie.

Tutti coloro che hanno intenzione di inviare un articolo per il giornalino Incontro di Natale, lo facciano entro il mese di ottobre. Grazie.

2025 2 novembre – clicca sopra per leggere il foglietto della domenica in formato pdf

 

One Reply to “E’ Domenica (1-11-2025) – Solennità di Tutti i Santi”

  1. Mary Coppolecchia

    Festa di tutti i Santi

    La Chiesa oggi celebra la festa di “Ognissanti” o “Tutti i Santi “le cui origini antiche risalgono al IV secolo dopo Cristo quando si cominciò a commemorare i martiri in un unico giorno; la data fu fissata poi al 1 Novembre nell’VIII secolo da Papa Gregorio III.
    È un giorno in cui siamo onorati di vivere in comunione con tutti i Santi conosciuti e sconosciuti che sono già nella gloria di Dio e aspettano con noi che Egli si manifesti nell’ultimo giorno.
    Tutte le letture di questa domenica sono un richiamo altissimo della vita che ci aspetta , della ricerca che ispira il senso della nostra esistenza e la benedizione che ci accompagna nel discernere il bene e il male per correre liberi incontro al Signore.

    Il libro dell’Apocalisse è ricco di visioni e di simboli che ci vogliono rivelare con gradualità le infinite risorse che i cieli immensi preparano alla moltitudine dei credenti che si sono lasciati trasportare nell’Amore di Dio.La parola “apocalisse” significa “rivelazione” e il libro rivela Gesù Cristo e il senso della storia, non prevede una catastrofe indiscriminata né calamità o sciagure, anzi è un messaggio di speranza che manifesta la vittoria di Cristo sul male e il compimento della storia di cui Lui è Signore.
    In questo brano si parla di angeli che pongono il sigillo , cioè il nome che è scritto nel libro della Vita, il nome che abbiamo ricevuto nel Battesimo…si parla di un numero di salvati che è 144.000 , ( 12.000 moltiplicato per le dodici tribù di Israele) che sta a significare tutto il popolo di Dio e di una moltitudine di anime che sono passate dalla grande tribolazione con la veste candida lavata nel sangue dell’Agnello.
 Nel simbolismo del libro la “grande tribolazione “ non è vista come una punizione per tutti, ma come un’opportunità di conversione e redenzione, in cui i credenti si affidano alla misericordia di Dio per essere salvati, come i Santi e martiri che hanno testimoniato con carismi diversi il loro abbandono totale al Signore Gesù.

E come può una veste lavata nel sangue rimanere candida ?…è questo un riferimento al battesimo, alla veste che abbiamo ricevuto e che nella liturgia ci viene raccomandato di “mantenere candida”..ogni nostro intralcio alla vita di fede , ogni peccato può essere purificato, perdonato solo per mezzo di Gesù che ci ha salvato sulla croce, come un agnello immolato per noi uomini e donne di tutti i tempi e Lui solo può rendere di nuovo candida la nostra anima.
    Nella Scrittura troviamo un’altra veste candida, luminosissima …è quella di Gesù nella Trasfigurazione, che ci fa già vedere come anche noi saremo trasformati ..

    San Giovanni nella seconda lettura ci esorta con parole di speranza e di consolazione perché ci fa capire che la nostra fede in Gesù Cristo non è completa ,siamo in “cerca del suo volto” come recita il Salmo ma solo dopo il suo ritorno lo vedremo così com’è, anche noi saremo come Lui, conosciuti da Lui nella nostra vera personale identità .Questa speranza ci fa compiere miracoli se crediamo che nulla è impossibile a Dio e che possiamo farcela , Gesù ce lo sta dicendo anche oggi, possiamo tornare puri come nel battesimo e unirci alla moltitudine dei Santi che oggi ricordiamo e celebriamo.

    Il Vangelo di Matteo ci parla delle beatitudini, Gesù vedendo le folle sale su un monte e si rivolge ai discepoli, cioè a quanti si sono messi al suo seguito..i discepoli non sono gli apostoli che Lui ha scelto uno ad uno ..sono persone come noi che lo hanno incontrato e hanno cominciato a seguirlo.
    Si mette dunque seduto e parla loro con queste benedizioni che comprendono tutto l’universo umano e la ricerca di quel talento che abbiamo ricevuto, che ci spinge a cercare la pace , la giustizia, ad essere miti e puri di cuore, fedeli testimoni a costo della vita, poveri in spirito , non autosufficienti ma bisognosi di aiuto e misericordia.
    Le Beatitudini nel Vangelo di Matteo hanno un valore di insegnamento, di catechesi e Gesù nei versetti che seguono dice che “non è venuto ad abolire la Legge ma a dare compimento” ..quindi i precetti di Mosé non sono cancellati, i dieci comandamenti dove si diceva non fare, non dire , non uccidere, non guardare…rimangono ….ma con le Beatitudini sono superati .
    Qui Gesù ci chiede qualcosa di più per essere suoi discepoli e ci garantisce la beatitudine…quella dei Santi che gioiscono in cielo ma anche quella nostra, se oggi ascoltiamo la Sua voce e convertiamo il nostro cuore .

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