Attualità (6-10-2019)

COSA SIGNIFICA “ACCRESCERE LA FEDE”?

Tante giovani coppie che si preparano al matrimonio e tanti giovani che si apprestano ad affrontare la vita adulta si dichiarano “credenti non praticanti”. Cioè affermano di mantenere il riferimento al soprannaturale senza sentirsi vincolati ad una chiesa, alle sue leggi e precetti. Ma che cosa vorrà dire essere “credenti”?, e quali sono le note che caratterizzano la fede?
La fede non è un alibi per coprire la propria tirannide. “Gott mit uns” era scritto sui cinturoni del soldati nazisti: “Dio è con noi”. “Dio lo vuole” affermano le persone che non ammettono dialogo e vogliono imporre la legge della propria volontà malata di protagonismo. La shari’a islamica traduce il messaggio coranico in norme di comportamento al limite della disumanità.
L’opposto del credente non è l’ateo o il miscredente ma l’iniquo, colui che non ha l’animo retto. Avere l’animo retto vuol dire essere, se non abitanti della verità, almeno suoi ricercatori, se non giusti, almeno operatori di giustizia. La giustizia umana, però, è retributiva e tendenzialmente punitiva. La giustizia divina è riabilitativa e aperta al futuro: va d’accordo con la misericordia.
L’uomo di fede è anche misericordioso. La misericordia non è buonismo, è l’arte di vivere nell’accoglienza che abbatte i muri dell’indifferenza e del rifiuto del diverso, che accosta la preziosità del prossimo alla custodia gelosa delle proprie cose, che ti fa condividere anziché dividere, che contraddice lo slogan “prima noi”.
Ora ci stiamo preparando al futuro della fede. Stiamo passando dalla fede-religione, alla fede-comunione, dalla fede-appartenenza che detta norme e rinchiude, alla fede che abbatte le frontiere, valorizza le differenze, promuove il dialogo, critica dall’interno senza imporsi con le armi della violenza fisica o morale. Lasciamo alle spalle la fede che giudica, garantisce e protegge per far posto alla fede che illumina, indirizza, coinvolge e accompagna. In questo nuovo esodo verso la terra promessa le chiese devono ritrovare il loro ruolo di mediazione. Dio non si incontra faccia a faccia, la fede non si origina abitualmente da una rivelazione personale. E’ la lunga storia dell’umanità, è la forza della comunità che svela la presenza del Signore, che fa memoria dell’opera di salvezza, che spinge l’uomo a credere e ad alzare gli occhi verso Dio.

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