Attualità (4-12-2016)

CONVERTITEVI!

“L’amore di Dio è serio”, perché suscita la nostra libertà. Corre il rischio che essa dica di no, condannando se stessa alla rovina e al fallimento. E’ serio perché ci avvisa della dannazione a cui andiamo incontro, se ci ostiniamo nel rifiutare l’amore. Ed è serio soprattutto perché quando l’uomo ha sperimentato gli effetti del peccato, Gesù si è avvicinato a lui e ha preso su di sé il dramma del peccato e della morte per liberarlo e restituirgli la possibilità di dire sì all’amore.
Il nostro sguardo, dunque, è orientato a Gesù, a fissarsi su di lui, a imitare e seguire lui. Contemplarlo, accettarlo, seguirlo nella sua vita, nella sua passione e morte. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per cambiare la storia, per offrire una prospettiva nuova a tutti coloro che gli credono, per trasfigurare dal profondo la nostra esistenza. La nostra risposta deve essere dunque determinata e sincera. Non si può limitare a riti privi di significato e tentativi vani di consolazioni a poco prezzo.
Non si può partecipare al nuovo se non si è nuovi. Il mondo nuovo è per quelli che sono pronti ad essere uomini e donne nuovi, secondo il cuore di Dio. Si illude, allora, chi pensa di rinnovarsi unicamente con un rito: un bagno nel Giordano… Si illude chi pensa che basti l’appartenenza ad una tradizione, ad un paese, ad una famiglia dove la religione ha detto o dice ancora qualcosa.
La novità esige un cambiamento totale. Convertirsi vuol dire prendere sul serio la parola del profeta. Convertirsi implica una variazione radicale dei propri comportamenti per non rischiare di essere tagliati fuori. Il percorso della conversione è irto di ostacoli: c’è innanzitutto chi “non ha tempo” per Dio perché considera il tempo sua proprietà, come del resto la sua vita. L’uomo allora si considera il padrone e usa e consuma tutto a suo piacere, anche Dio! E se Dio non serve ad esaudire la sua voglia di benessere, a soddisfare le sue esigenze, a compiere miracoli che producono successo, carriera, prestigio e potere, non ha senso di esistere. Chi pensa a farsi il “suo” regno non è interessato al Regno di Dio.
Alcune seduzioni, poi, fanno da scoglio alla conversione: Il godimento ricercato come fine a se stesso e senza alcuna regola se non quella di godere il più possibile; la ricchezza avidamente accumulata, posseduta e goduta; l’ambizione e la superbia, sempre a caccia di consenso e di successo, quali premesse per garantire il potere di asservire altri e di manipolarli a proprio uso e consumo. Per vivere autenticamente la conversione si impongono dunque due scelte: l’ascesi della rinuncia a ciò che è illecito anche se a portata di mano, a tutto ciò che mortifica la nostra esistenza e la sottrae all’apertura totale a Cristo (l’importanza data all’effimero, le lettura e gli spettacoli dispersivi, le spese superflue, le chiacchiere inutili…); l’etica della responsabilità che nasce dalla percezione che l’amore di Dio è universalmente all’opera nel creato e nella storia, libera dall’ansia di piacere agli altri, affranca dalla servitù del presente e permette di vivere l’oggi con attenzione e con rispetto, disposti ad avere tempo per Dio e per gli altri.

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