attualità (30-12-2018)

“LA BUONA POLITICA E’ AL SERVIZIO DELLA PACE”

E’ il tema del messaggio del Papa per la 52° Giornata Mondiale della Pace che si celebra il prossimo 1° gennaio. Una “sfida” a promuovere una “buona politica” che ricorda le virtù di questa particolare “forma eminente di carità”.
La buona politica “è al servizio della pace; essa rispetta e promuove i diritti umani fondamentali, che sono ugualmente doveri reciproci, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza”.
La politica, denuncia Papa Francesco, ha i suoi vizi … che indeboliscono l’ideale di un’autentica democrazia sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale: la corruzione, nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della ragion di Stato, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio”.
Per il Papa la “buona politica” promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro”: “quando l’esercizio del potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia, perché condannati a restare ai margini della società, senza possibilità di partecipare a un progetto per il futuro”.
“Ognuno può apportare la propria pietra alla costruzione della casa comune”. E questo vale soprattutto nei tempi odierni, caratterizzati “da un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi” e si manifesta “purtroppo anche a livello politico, atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno”.
“Oggi più che mai, rimarca Papa Francesco, le nostre società necessitano di “artigiani della pace” che possano essere messaggeri e testimoni autentici di Dio Padre che vuole il bene e la felicità della famiglia umana”.
Il Papa ribadisce il “No alla guerra e alla strategia della paura” e riafferma che “l’escalation in termini di intimidazione, così come la proliferazione incontrollata delle armi sono contrarie alla morale e alla ricerca di una vera concordia”. Sottolinea anche che “il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili contribuisce all’esilio di intere popolazioni nella ricerca di una terra di pace”. E afferma in modo chiaro che “non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”.
La pace, conclude il Papa, “è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani”. Ma è anche “una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno”. La pace “è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni”. La prima è “la pace con se stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza, esercitando un po’ di dolcezza verso se stessi, per offrire un po’ di dolcezza agli altri”. La seconda è “la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente…”. La terza è “la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire”.

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