Attualità (30-09-2018)

LA GIOIA DEL MATRIMONIO, LA BELLEZZA DELLA FAMIGLIA

Humanae vitae, di Paolo VI del 1968, Familiaris Consortio, Di Giovanni Paolo II del 1977 e Amoris Laetitia di Francesco del 2016 sono documenti che hanno sollecitato svolte pastorali importanti e hanno segnato un’epoca complessa e travagliata proprio a riguardo dei temi della famiglia, del matrimonio, della vita di coppia, della sessualità, della generazione e dell’educazione dei figli.
I due sinodi sulla famiglia del 2014 e 2015, con i questionari “mondiali”, voluti da Papa Francesco e il grande dibattito nelle diocesi e nelle parrocchie e poi l’esortazione Amoris Laetitia (“La gioia dell’amore”), hanno imposto un cambio radicale di prospettive. Quanto il documento di Francesco abbia inciso nella pastorale familiare e nell’accompagnamento dei fidanzati alla celebrazione del matrimonio nelle nostre comunità, in termini di consapevolezza, di nuovi linguaggi, di impostazioni mentali da far proprie per poi testimoniare e divulgare, è ancora da verificare.
Proprio perché punto culminante di un cammino che ha impegnato tutta la Chiesa per un triennio, Amoris Laetitia può essere considerata la “carta costituzionale” delle famiglie cattoliche e dell’attenzione della Chiesa nei loro confronti. E le famiglie hanno direttamente collaborato alla sua realizzazione.
Ne sono nati percorsi sempre più estesi, arditi, esigenti, in cui non sono mancate resistenze e critiche., come sempre capita nella Chiesa, quando l’evoluzione della prassi pastorale e l’approfondimento e il rinnovamento dell’interpretazione della dottrina su temi che entrano nel vivo della realtà umana (in questo caso coniugale e familiare) devono aiutare a riallineare la capacità di annunciare le verità di sempre alla necessità di essere credibili e coinvolgenti e perciò evangelicamente contagiosi tra le persone del proprio tempo.
Pur senza rotture con il passato e senza scossoni dal punto di vista dottrinale, ma nel segno dello sviluppo, Amoris Laetitia apre nuove prospettive e inaugura nuove strade.
Amore, sessualità, generazione, apertura alla vita, educazione dei figli, rapporti coniugali, stili di vita, separazioni e divorzi, accoglienza delle fragilità, temi sociali, medici, economici e tanto altro ancora. Sarebbe assurdo pensare che, per la Chiesa, che vuole essere attenta alla realtà della vita delle donne e degli uomini, mezzo secolo sia passato invano. Sarebbe anche teologicamente inaccettabile che, a problemi e situazioni nuove, la Chiesa risponda in maniera sempre uguale. Una tradizione che non si rinnova è una tradizione morta, che non ha più nulla da dire alle donne e agli uomini del proprio tempo. Ecco perché lo spirito di Amoris Laetitia appare diverso sia da Familiaris Consortio, che da Humanae vitae. Mette da parte l’impronta normativa e rinuncia a distribuire ricette pronte all’uso per tutte le coppie e tutte le situazioni. Non un cambio di dottrina o una semplice novità, ma un cambiamento profondo attento alle realtà concrete delle persone, rispettoso delle diverse sensibilità e dei trascorsi di ciascuno, per sollecitare una pastorale più aperta e più inclusiva.

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