MISERICORDIE E DONATORI DAL PAPA
60 mila volontari delle Misericordie e dei Donatori Fratres, sabato 14 giugno si sono incontrati con Papa Francesco. Solo dalla Toscana, i volontari delle Misericordie erano 20 mila. Una folta delegazione ha partecipato anche da Massarosa.
Alle 12, il Papa si è presentato in piazza S: Pietro suscitando un’immensa esplosione di gioia della folla e il Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, ha preso la parola ricordando la tradizione secondo la quale il vescovo del capoluogo toscano è anche capo di guardia nella Misericordia di Firenze. “L’operoso servizio delle Misericordie, accanto a tutti quelli che soffrono –ha proseguito– ha preso forme diverse nei tempi, per rispondere a sempre nuovi bisogni; un servizio che non si svolge in una gelosa separatezza, ma entra in dialogo e collaborazione con altre realtà del volontariato e con le istituzioni della società civile”.
Pertanto, ha detto l’arcivescovo di Firenze, “non è frutto di un sia pur nobile sentimento solidaristico, ma è fede che si fa carità. Essere fratello e sorella della Misericordia ha la sua radice nel dono del Battesimo ed è espressione di appartenenza ecclesiale, di una Chiesa “in uscita” verso le periferie del dolore del mondo”.
Hanno poi preso la parola i presidenti dei due movimenti. Roberto Trucchi, presidente delle Misericordie, rivolgendosi al Papa, ha detto: “Santo Padre, lei ha detto che la Chiesa è un “ospedale da campo” e che c’è tanto bisogno di curare le ferite, di portare la carezza di Dio sulle piaghe dei nostri peccati. Questo è ciò che il nostro movimento fa da 770 anni: avvicinarsi a chi ha bisogno e curare le sue ferite, corporali e spirituali, testimoniando l’amore di Dio attraverso le opere di misericordia.
“La sua benedizione, ha detto Luigi Cardini, presidente dei Gruppi Fratres, rappresenterà per noi un grande sostegno per continuare a donare parte di noi stessi e promuovere e perpetuare la nostra opera di promozione della cultura della donazione; una cultura di amore e di fratellanza di cui ci sembra che la nostra società abbia sempre più bisogno”.
Il Papa si è rivolto ai confratelli e alle consorelle con affetto, ricordando che “tutto il vostro servizio prende senso e forma dalla parola Misericordia, che, etimologicamente, significa donare il cuore ai miseri, a quelli che hanno bisogno. Ed è quello che ha fatto Gesù, ha spalancato il cuore a chi ha bisogno” Poi il Papa ha lamentato l’eccesso di parole e i pochi fatti: “Troppe parole, troppe parole, ma non si fa niente, questo è un rischio… Di parole ne abbiamo sentite tante. Quello che serve è l’operare, la testimonianza cristiana, l’andare dai sofferenti, l’avvicinarli come Gesù ha fatto. Imitiamo Gesù. Egli va per le strade e non ha pianificato né i poveri, né i malati, né gli invalidi che incontra lungo il cammino. Ma con il primo che incontra si ferma, diventando presenza che soccorre, segno della vicinanza di Dio, che è bontà, provvidenza e amore. Vi incoraggio a portare avanti con gioia la vostra azione e a modellarla su quella di Cristo. Lasciando che tutti i sofferenti possano incontrarvi e contare su di voi nel momento del bisogno…
“Che le Misericordie e i gruppi Fratres—ha concluso il Papa, prima di impartire la sua benedizione sui due movimenti– continuino ad essere luoghi di accoglienza e di gratuità nel segno dell’autentico amore misericordioso per ogni persona.
Alberto Corsinovi, presidente della Federazione Toscana delle Misericordie, ha commentato: “Il Papa ci ha messo in guardia da chi usa tante, troppe parole, ma poi non si impegna per cambiare ciò che non va. Facciamo nostro con convinzione questo ammonimento e questo d’ora in avanti sarà, ancor più, il nostro stile e la nostra modalità d’azione”.
Pubblichiamo volentieri sul nostro foglio le posizioni della gerarchia della Chiesa e dei vertici delle Misericordie e dei Donatori Fratres, perché sono in perfetta sintonia con quanto da noi già pubblicato nelle settimane precedenti.
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