Attualità (21-12-2014)

I SIMBOLI PIU’ COMUNI  DEL NATALE

Si è ripetuto anche quest’anno tra le vie di Massarosa il presepe vivente con tanta gente che è venuta a visitarlo richiamata da questo evento .
E’ proprio il presepio il segno caratteristico del tempo natalizio e rappresenta la bellezza del mistero di Dio che si è fatto uomo e ha posto la sua tenda in mezzo a noi (Gv 1,14).
Il nome presepio, deriva dal latino praesaepe che significa ‘greppia’, ‘mangiatoia.
Secondo la tradizione esso ha origine dal desiderio di San Francesco tornato da un viaggio in Terrasanta, di far rivivere in uno scenario del tutto naturale la nascita a Betlemme.
Nel 1223 il santo di Assisi realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Ma nel presepe di Francesco erano presenti solo due animali veri, ai lati di una mangiatoia sulla quale era stata disposta la paglia.
Il presepio che noi facciamo nelle nostre chiese, nelle famiglie o all’aperto è ricco di simboli che provengono in molti casi direttamente dal racconto evangelico. Luca nel suo Vangelo parla di una mangiatoia, dell’adorazione dei pastori e della presenza degli angeli in cielo. Molti particolari del presepio trovano la loro sorgente nei vangeli apocrifi ( non riconosciuti come canonici dalla Chiesa) e da altre tradizioni.
Il bue e l’asino derivano da una profezia di Isaia che dice” il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende” (1,3). Sebbene Isaia non si riferisse alla nascita del Cristo, l’immagine dei due animali venne letta come simbolo degli ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall’asino.
La stalla e la grotta in cui Maria diede alla luce il Messia non compare nei 4 Vangeli: sebbene Luca citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla esplicitamente di una grotta o di una stalla. Anche questa informazione si trova nei vangeli apocrifi.
Molti dei particolari sui Magi derivano dal vangelo apocrifo dell’infanzia armeno. Il vangelo in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani.
L’adorazione dei pastori viene narrata dal solo Vangelo di Luca. Papa Francesco ha detto ‘ i pastori sono stati i primi a vedere questa ‘tenda’, a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, tra gli emarginati’.
La stella di Betlemme rappresenta quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo di Matteo (2,1-12.16), guidò i Magi a fare visita a Gesù appena nato.. Il termine greco usato nel Vangelo è aster, ‘astro’, che può indicare un generico corpo o un fenomeno celeste. Non sono mancati i tentativi di identificare nell’astro varie comete periodicamente di passaggio in prossimità dell’orbita terrestre.

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