Attualità (16-10-2016)

LA PREGHIERA DI DOMANDA: UN ATTO DI VERITA’ E DI FEDE

Il significato della preghiera di domanda non è quello di pretendere che Dio faccia al nostro posto quello che dovremmo fare noi. La preghiera di domanda è riconoscere il limite della condizione umana, è costatare che la liberazione totale e la piena realizzazione di sé non dipendono unicamente dall’uomo. L’uomo non può salvare se stesso. Manifestare a Dio “tutti” i propri bisogni e desideri e sottoporli alla sua luce, è vedere se sono legittimi o no. Presentare a Dio le proprie richieste è vagliarle e purificarle.
La preghiera di domanda è segno di fiducia in Dio. Quando siamo certi che una persona ci vuole veramente bene, con spontaneità le chiediamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno e che è buono. San Giovanni definisce la fede come “credere nell’amore di Dio per noi”. Ebbene, il credente ha una fiducia così grande nel suo Dio, che a lui domanda tutto con semplicità e a lui si rimette.
La preghiera non è una richiesta di intervento immediato di Dio, non è una formula magica che risolve i problemi, ma aderisce ad accetta la libertà e la pazienza di Dio.
In un’altra pagina del vangelo di Luca, Gesù ci dice che Dio ci darà non tanto quello che chiediamo, ma lo Spirito Santo per comprendere il significato di quello che ci capita e per essere suoi testimoni. “Se voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13). La preghiera di domanda esemplare è quella di Gesù nel Getsemani: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42). Il credente non vuole piegare Dio a fare la propria volontà, utilizzarlo per compiere i propri desideri, ma per ottenere la grazia di conformare la propria volontà alla sua. Lui solo sa ciò che è veramente nostro bene.
La preghiera di domanda, quando è autentica, è sorgente di impegno per cominciare a fare quello che chiediamo. Pregare per la pace spinge a impegnarci per la pace; pregare perché cessino le sofferenze, spinge ad aiutare chi soffre… Per questo non deresponsabilizza mai l’uomo, anzi lo responsabilizza maggiormente.
Chi prega si fa prima di tutto attento alla parola di Dio, per rendersi disponibile nella fede ad accogliere la chiamata che viene da lui. Manifesta al tempo stesso la speranza nel futuro di Dio che la preghiera in qualche modo anticipa e promuove. Dà anche una testimonianza di carità, tanto è stretto il legame che unisce colui che prega a Dio. Partecipa infine alla vita del mondo, perché si sente impegnato in tutto ciò che fa venire il Regno. In tal modo la preghiera è l’atto più significativo del vivere cristiano.

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