Attualità (16-07-2017)

PAPA FRANCESCO E MEDJUGORJE

“Sulle prime apparizioni, quando i veggenti erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare. Cica le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi. Io personalmente sono molto più cattivo: io preferisco la Madonna madre, nostra madre e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora. Questa non è la mamma di Gesù. E queste apparizioni non hanno tanto valore”. Con queste affermazioni Papa Francesco rispondeva a delle domande che i giornalisti gli ponevano a riguardo delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, sull’aereo durante il viaggio di ritorno da Fatima, nel maggio scorso.
Il Papa fa riferimento al rapporto della commissione pontificia ,presieduta dal cardinal Ruini e composta da vescovi e teologi, voluta da Benedetto XVI col compito di valutare sia le presunte apparizioni della Madonna, sia la ricerca di indicazioni pastorali circa l’accompagnamento dei pellegrini che si recano a Medjugorje. La commissione ha concluso i suoi lavori il 17 gennaio 2014 ed ha consegnato il suo rapporto alla Congregazione pontificia per la dottrina della fede.
Il Papa sembra prendere distanza dalla credibilità delle apparizioni. Ha spiegato che la commissione Ruini, dopo aver valutato quanto è emerso dall’indagine, ha sezionato il caso in due segmenti: una prima parte riguarda le sette apparizioni iniziali (giugno 1981) che potrebbe essere definito come nucleo fondativo del fenomeno, che è sembrato credibile nel racconto fatto dai veggenti sotto giuramento, seppur bisognoso di ulteriori approfondimenti. Il seguito delle presunte apparizioni che continuerebbero ancora, ha lasciato assai dubbiosa la commissione.
Le parole del Papa non costituiscono un intervento ufficiale, la circostanza e i termini colloquiali, in forma personale, confermano che la questione è ancora sotto esame. Tuttavia ne ha indicato i punti salienti: l’origine carismatica di questa devozione è degna di approfondimento; la storia della sua recezione e interpretazione suscita qualche motivo di perplessità; gli effetti di conversione e di vita cristiana che tuttora accompagnano sono un fatto che non può essere negato.
E, dunque, un tema pastorale che merita la sollecitudine e la cura della stessa Sede Apostolica. Ecco perché il Papa ha inviato a Medjugorje il vescovo polacco Henry Hoser col compito di sondare, studiare e proporre una pastorale a favore dei milioni di pellegrini che hanno diritto di non essere lasciati in balia delle agenzie turistiche, che non hanno competenza e sensibilità per la dimensione spirituale e culturale. E’ necessario, inoltre, preservare i fedeli dalla banalizzazione, dalla superstizione, dalla superficialità, dall’incontro episodico e non performativo con la madre di Gesù, per incamminarsi, con la mediazione materna di lei, ad avere un incontro salutare, stabile e permanente con il Figlio e col suo Vangelo, divenendo via via vere anime ecclesiali.
Molti attendono con ansia un responso della santa Sede circa la verità di Medjugorje. Il Papa non ha annunciato quando e in che modo si giungerà a una decisione; ha però detto che, una volta concluso l’incarico dell’arcivescovo Hoser, “si dirà qualche parola”. E’ ben consapevole che vivere genuinamente la fede come Maria è molto più importante del fenomeno delle sue visite!

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