Attualità (12-07-2015)

L’ENCICLICA “LAUDATO SI’”

Dopo lo scoop della pubblicazione dell’enciclica di Francesco “Laudato sì”, giornali e televisioni sembrano aver già accantonato l’evento e soprattutto i contenuti della lettera del papa, mettendo da parte anche l’invito calorosamente fatto a discutere, confrontarsi, dialogare.
Succede così per tutte le notizie, ma questa volta si può anche pensare che l’accantonamento dell’enciclica sia legato alla sua novità e al suo spirito critico verso la cultura dominante, di cui i mezzi di comunicazione sono espressione, sostegno e promozione.
“Laudato sì” è profetica. Colpisce e sfida la cultura basata sul buon senso e sul pensiero comune. La sua visione della realtà mondiale, specie quella della natura e dell’ambiente, parte dalla lettura del mondo impoverito del Sud, che sfida il Nord ad una svolta decisiva e coraggiosa.
Non si può più andare avanti così. Francesco chiede con forza, anzi esige dai “potenti” del mondo un radicale cambiamento di rotta.
Secondo il papa la globalizzazione oggi ha caratteristiche più di “dominazione” che di umanità e bene comune. Regna l’inequità, la “cultura dello scarto”, radicate nel neoliberismo, che pone alcune persone, società multinazionali e paesi come “signori, padroni, dominatori” del creato e dell’umanità.
Il papa richiama al dialogo sincero, profondo, trasparente tra tutti i settori sociali, politici, religiosi, economici e culturali per avviare cammini di liberazione verso una “coraggiosa rivoluzione culturale” e creare una “civiltà dell’amore”, in cui la comunione con Dio si manifesti anche in quella con l’umanità e il creato, mediante decisioni e organizzazioni internazionali che promuovano la solidarietà, la giustizia e la pace.
Da qualche parte, tradizionalista e conservatrice, si è criticato il papa per la sua intromissione in ambiti come quello della politica e dell’economia. Queste critiche fanno parte di quella mentalità che vuole che il potere e la finanza non siano messi in discussione dall’etica e, tanto meno, dalla religione. Il papa propone una religione non chiusa nel devozionalismo, nel cultualismo e nella ripetizione automatica di gesti e riti.
Francesco vuole una religione che sia espressione di una fede, illuminata dal vangelo, che si misura e si confronta quotidianamente con la realtà del mondo.
Sarebbe interessante, accogliendo la proposta di papa Francesco, che, anche nella nostra Unità pastorale si promuovesse un momento di confronto profondo e sincero su questi temi.

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