attualità (11-08-2019)

ESSERE CREDENTE OGGI

Qual è la differenza tra chi è credente e chi no? Spesso non cogliamo chiaramente i confini tra una vita ispirata dalla fede in Gesù e una vita ispirata a valori umani di giustizia e solidarietà. In che cosa il cristiano dovrebbe essere “differente”?
E’ la parola di Dio che definisce il credente e quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono.
Anche nel nostro continente dalle radici cristiane, i cristiani sono, come dice Gesù, un “piccolo gregge”. Siamo in pochi, un “piccolo resto”, direbbe l’Antico Testamento.
“Piccoli” significa deboli, esposti, forse anche minacciati. E spesso abbiamo paura a riconoscerci così. Per farci coraggio diventiamo una “minoranza contro”. Ma piccoli significa anche liberi, leggeri, consapevoli che la forza non viene da quanto sappiamo fare, ma da una sorgente misteriosa: Gesù morto e risorto, che ci fa concepire non più come una “minoranza contro”, ma come una “minoranza a favore”, per offrire agli altri un dono ricevuto e che vogliamo condividere. Piccoli, ma al sicuro, perché il cuore è altrove, in un luogo dal quale nessuno può strapparcelo.
Ciò che contraddistingue la fede dalla non fede è la vittoria sulla paura. “Non temere piccolo gregge”, dice Gesù. La paura è l’opposto della fede.
Ci sentiamo veramente investiti di questo potere, il potere di non avere pura?
Due sono i segni che la vittoria sulla paura non è una fuga spirituale in un mondo illusorio, fatto di rimozione dei problemi o di spiritualità disincarnata: il primo è l’atteggiamento dell’attesa. Il cristiano è uno che aspetta attivamente il ritorno del Signore e del suo Regno, come preghiamo sempre nel Padre Nostro, e vive la propria esistenza con occhi aperti, scrutando, intuendo, cogliendo ciò che la vita suggerisce, e riconoscendo così in che modo il Signore è vicino.
Il secondo è la competenza, figlia della vittoria sulla paura, che si mostra nella capacità di servizio, di accoglienza, di dialogo, di condivisione. Chi si sente amato non cede alla tentazione della violenza, della dominanza sul fratello, del rifiuto. Sa amare e servire, sa “distribuire il cibo” a tempo opportuno, quando è necessario, e amministrare in modo saggio per gli altri il proprio tempo e le proprie cose. E’ l’inverso di chi pensa solo a sé mettendo se tesso al primo posto. E’ cristiano chi, come Gesù, sa servire disinteressatamente e non ha più a cuore di “salvare la propria vita”, magari da minacce inventate proprio per incutere paura, ma di donarla, perché sa – ecco la fede! – che c’è già Qualcuno che la salverà.

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