Domenica delle Palme – BENEDETTO COLUI CHE VIENE
NEL NOME DEL SIGNORE

La liturgia di oggi apre la settimana santa ponendo al centro della vita delle nostre comunità la croce. Nel racconto della passione, l’evangelista Marco dipinge un quadro a tinte forti, realistico e crudo. Gesù muore tra gli scherni di passanti e presenti, abbandonato dai discepoli e persino dal Padre. Tuttavia proprio nelle tenebre che avvolgono il Calvario, l’identità del Cristo è finalmente rivelata da un non-discepolo, non-giudeo, un centurione romano responsabile di coloro che hanno inchiodato Gesù alla croce: “Davvero quest’uomo era figlio di Dio!”.


L’evangelista chiede al discepolo di ogni tempo di non distogliere lo sguardo dalla croce, ma di continuare a fissarla… almeno “da lontano”.
Marco invita il discepolo di ogni tempo ad ascoltare la croce. La croce parla di rinuncia ad ogni forma di potere, parla di svuotamento, di incarnazione, di condivisione radicale della nostra realtà umana. Parla di non violenza, di perdono, di riconciliazione, di un amore che non conosce limiti. Parla di povertà, di rinuncia ad ogni forma di protagonismo. Parla di solitudine, del silenzio del Padre, dell’abbandono degli amici. Parla di speranza, perché l’odio è stato distrutto dall’amore.
Marco educa il discepolo di ogni tempo a seguire la croce in un cammino di progressiva identificazione al Figlio di Dio che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” Mettiamoci con lui alla scuola della croce.

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